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Bari e Lecce

Rsa, scontro sulle rette: famiglie in difficoltà e la Regione chiarisce

Il consigliere Paolo Pagliaro chiede un intervento immediato, l’Assessorato alla Salute interviene: "Applicata una normativa nazionale, monitoriamo ogni abuso"

Rsa, aumentano i costi delle rette

Una Rsa pugliese - archivio

BARI - Si accende il dibattito sulla gestione delle rette nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) della Puglia, con particolare riferimento alla struttura di Campi Salentina. La polemica nasce dalle richieste di pagamento avanzate dalla SGAS, società che ha gestito la RSA fino a dicembre 2024, nei confronti degli utenti per presunti arretrati relativi al periodo luglio 2023 - novembre 2024.

Secondo il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani verso Fratelli d'Italia, queste richieste sarebbero ingiustificate, poiché la Regione aveva già stabilito che le famiglie non fossero tenute a versare alcuna somma alla vecchia gestione. Nonostante ciò, la società ha comunque inviato lettere di sollecito ai degenti, chiedendo somme non dovute e applicando tariffe più alte del previsto.

"È inaccettabile che si speculi sulla malattia e sulla sofferenza delle persone. La Regione deve intervenire subito per bloccare queste richieste e garantire il rispetto delle tariffe previste dalla normativa", ha dichiarato Pagliaro, chiedendo inoltre la cancellazione dell’aumento della quota giornaliera di degenza, passata da 39 a 50 euro, mentre SGAS starebbe addirittura applicando 65 euro al giorno.

La risposta della Regione: "Nessuna decisione autonoma, si applicano le norme nazionali"

L’Assessorato alla Salute della Regione Puglia ha replicato con una nota ufficiale, sottolineando come l’aumento della quota di compartecipazione delle famiglie sia diretta conseguenza di una normativa nazionale.

Il decreto del 12 gennaio 2017, che aggiorna i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ha infatti uniformato in tutta Italia il principio per cui il costo della retta deve essere suddiviso al 50% tra il Servizio Sanitario Nazionale e le famiglie.

Cosa cambia per le famiglie

  • La tariffa giornaliera è rimasta invariata, passando da 100,80 a 100,33 euro.
  • La ripartizione dei costi è cambiata: prima il 70% era coperto dal sistema sanitario, ora si applica il principio del 50 e 50.
  • Per i pazienti con Alzheimer, che necessitano di assistenza più complessa, la retta era 130 euro al giorno. In precedenza, il sistema sanitario copriva 91 euro, lasciando 39 euro a carico delle famiglie. Dal 1° luglio 2023, invece, il sistema sanitario riconosce 100,33 euro, lasciando un maggiore onere sulle famiglie.

Diffide alle RSA per bloccare richieste illegittime

L’Assessorato ha anche assicurato che la Regione ha già diffidato le RSA dal richiedere arretrati alle famiglie e continuerà a monitorare eventuali violazioni o abusi.

"Teniamo alta l’attenzione sulla questione per evitare che le famiglie subiscano oneri ingiusti. Ogni segnalazione verrà esaminata e, se necessario, verranno presi provvedimenti contro le strutture inadempienti", si legge nella nota.

La situazione resta delicata, con il rischio che molte famiglie si trovino in difficoltà nel sostenere i costi della degenza. Il confronto tra Regione, ex gestori delle RSA e associazioni dei pazienti resta aperto, in attesa di soluzioni che possano alleggerire il peso economico sugli utenti.

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