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Comune
20 Febbraio 2025 - 19:10
rinaldo melucci
Rinaldo Melucci è di nuovo in bilico. I consiglieri di opposizione del centrosinistra, a sorpresa, si sono recati dal notaio Monti per raccogliere le fatidiche diciassette firme e produrre lo scioglimento del consiglio comunale. Il centrodestra, però, ha deciso di seguire un’altra strada: niente firme dal notaio ma dimissioni direttamente dal segretario generale del Comune. È questa infatti la posizione dei consiglieri comunali del centrodestra che venerdì 21 febbraio, alle 9 in punto, saranno a Palazzo di Città e busseranno all’ufficio del segretario generale del Comune per rassegnare le dimissioni, in attesa che anche i consiglieri del centrosinistra facciano altrettanto.
I consiglieri Battista (Lega), Vietri e Toscano (Fratelli d’Italia), Di Cuia (Forza Italia), Maiorino (Partito Liberale), Musillo, Cosa e Festinante (Svolta Liberale) hanno risposto in questo modo all’iniziativa avviata dai consiglieri d centrosinistra di opposizione che si sono già recati dal notaio dove hanno depositato le firme per lo scioglimento del consiglio comunale.
Nel pomeriggio di giovedì 20 il centrodestra ha tenuto una conferenza per spiegare la propria posizione.
«Questa volta le condizioni le dettiamo noi», ha esordito Francesco Battista, che ha attaccato il Pd, Bitetti e Liviano per aver inizialmente sostenuto Melucci. «Il maggiore responsabile di questa situazione è proprio il consigliere Bitetti che fece mancare il suo voto quando discutemmo in aula la mozione di sfiducia al sindaco».
«meglio avere un commissario che continuare ad esewre governati da Melucci e da chi lo sostiene», ha tuonato Walter Musillo. «Dal segretario generale – ha detto ancora – si va insieme e ci si dimette contestualmente. Non ci sono diciassettesimi. Andare dal notaio significa aprire il mercato delle vacche, come sappiamo bene essere già accaduto in passato».
«Con l’iniziativa dal notaio – gli ha fatto eco Cosimo Festinante – il centrosinistra cerca di rifarsi una verginità dopo aver governato con Melucci. Ma i numeri per andare a casa non ci sono». Alla conta, infatti, mancano due firme e gli occhi sono puntati su Massimiliano Stellato e Patrizia Mignolo. Difficile dire come andrà a finire.
Giampaolo Vietri ha assicurato di essere stati all’oscuro dell’iniziativa del centrosinistra di andare dal notaio: «Noi non sapevamo nulla e non ci faremo tiare per la giacchetta. Ora serve una alternativa di governo vera, serve discontinuità». E Mirko Maiorino ha sottolineato: «Le persone sedute a questo tavolo sono le uniche a non aver mai fatto parte dell’amministrazione Melucci, altro che stampelle della maggioranza».
Massimiliano Di Cuia: «Nessuna vendetta nei confronti di Melucci, la questione è solo politica: questo sindaco ha dimostrato di non essere in grado di governare la città». La consigliera Tizia Toscano ha rimarcato: «Noi siamo stati sempre all’opposizione e stiamo dimostrando anche in questa occasione grande senso di responsabilità verso i cittadini».
«Il centrosinistra ha preferito andare dal notaio più che altro per assicurarsi visibilità, se vogliono davvero dimettersi vengano con noi dal segretario generale», ha infine detto Francesco Cosa. «Noi – ha concluso – non abbiamo paura di andare subito al voto. Siamo pronti».
Dal centrosinistra la risposta non si è fatta attendere. Proprio mentre era in corso la conferenza del centrodestra, i consiglieri Liviano, Bitetti, Lenti, Boshniaku, Contrario, Di Gregorio e Lonoce hanno dichiarato di essere pronti anche loro a recarsi dal segretario generale: «La domanda a cui siamo chiamati a fornire una risposta è se apprezziamo quest'amministrazione comunale presieduta dal Sindaco Melucci oppure no. Se la risposta è positiva, cioè questa amministrazione ci piace, è assolutamente legittimo appoggiarla e sostenerla, diversamente bisogna decretarne la fine. Noi riteniamo da tempo che sia giusto decretare la fine di questa esperienza e consentire alla città di poter votare in primavera per scegliere il nuovo sindaco e per questa ragione siamo andati a firmare dal Notaio. Ci interessa l'obbiettivo e non gli strumenti utilizzati: non abbiamo alcun interesse ad avere primogeniture e rispettiamo le sensibilità di tutti. Se la parte rimanente dell'opposizione ritiene utile un qualsiasi altro metodo, previsto dalla legge, noi siamo disponibili a seguirlo pur di consentire alla città di liberarsi da questa situazione di evidente disagio che tutti i nostri concittadini stanno sperimentando».
Ora non resta che vedere se ci saranno altri due consiglieri a firmare a decretare la fine dell’amministrazione Melucci. Sarà una notte carica di agitazioni».
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