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Blitz antimafia all'alba: estorsione a un imprenditore edile, cinque arresti. Il video

Le indagini partite dalla denuncia della vittima. Minacce, violenza e richieste di denaro per proseguire i lavori

Una volante

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Blitz antimafia all'alba a Bari: estorsione a un imprenditore edile, cinque arresti

BARI - All’alba, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 17 febbraio dal G.I.P. del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Il provvedimento riguarda cinque persone accusate, a vario titolo, di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, reato commesso ai danni di un imprenditore edile, titolare della ditta incaricata dei lavori per il miglioramento della viabilità di accesso alla nuova fermata R.F.I. di Modugno. Le accuse dovranno essere confermate nel successivo iter processuale.

Le indagini hanno preso il via dalla denuncia dell’imprenditore, a cui era stata imposta una richiesta estorsiva da centomila euro, condizione necessaria per proseguire i lavori. Determinanti sono state le testimonianze dei dipendenti della ditta, che hanno ricostruito con precisione gli eventi e riconosciuto gli autori delle minacce.

Un ruolo chiave nelle indagini è stato svolto anche dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, analizzate dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Bari. I filmati hanno permesso di ricostruire dettagliatamente le fasi dell’estorsione e l’escalation delle intimidazioni.

Gli episodi contestati risalgono al periodo compreso tra agosto e gennaio. Gli arrestati avrebbero dapprima avanzato richieste di denaro e, successivamente, intensificato le minacce. In un episodio particolarmente grave, gli indagati sono tornati nel cantiere, aggredendo con schiaffi un collaboratore della vittima, cospargendo di benzina un escavatore e minacciando di farlo esplodere con cariche di esplosivo, qualora l’imprenditore non avesse pagato.

Di fronte alla gravità della situazione, il G.I.P. ha accolto in toto le richieste della Procura della Repubblica, contestando agli indagati l’aggravante del metodo mafioso. Gli arrestati sarebbero legati alla criminalità organizzata di Modugno, con presunti legami al clan Capriati.

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