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Il caso

Etichette alimentari, prorogato l’obbligo di indicare l’origine della materia prima. Ma la battaglia continua

Coldiretti Puglia accoglie con favore il decreto che tutela il Made in Italy. Prosegue l'impegno per estendere la tracciabilità a tutti i prodotti in commercio nell’Ue

La pasta

La pasta italiana

BARI - La trasparenza sulle etichette alimentari resta una priorità per il Made in Italy. Il nuovo decreto ministeriale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, conferma fino al 31 dicembre 2025 l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dell’ingrediente principale per prodotti di largo consumo come pasta, latte, passata di pomodoro, formaggi, salumi e riso.

Il provvedimento è stato firmato dal ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida, insieme ai ministri delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e della Salute, Orazio Schillaci. La decisione accoglie le richieste di Coldiretti, che da anni si batte per garantire maggiore trasparenza ai consumatori e difendere il valore delle produzioni italiane.

Un impegno per la tracciabilità su tutti i prodotti alimentari

La proroga dell’etichettatura obbligatoria risponde alle aspettative di oltre il 90% dei cittadini italiani, che chiedono maggiore chiarezza sugli alimenti che portano in tavola. Tuttavia, per Coldiretti si tratta solo di un primo passo: l’obiettivo è rendere obbligatoria la tracciabilità dell’origine per tutti i prodotti commercializzati nell’Unione Europea.

Per questo motivo, la principale organizzazione agricola italiana ed europea ha lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare a Bruxelles, con l’intento di raccogliere un milione di firme per fermare l’inganno dei cibi importati e camuffati come italiani.

Attualmente, la normativa doganale consente di italianizzare prodotti stranieri attraverso trasformazioni minime, permettendo a molti alimenti di apparire come “Made in Italy” senza esserlo realmente. Un sistema che penalizza sia i consumatori, privati di informazioni chiare, sia gli agricoltori italiani, costretti a subire una concorrenza sleale.

Come firmare la petizione per difendere il Made in Italy

I cittadini possono sottoscrivere la proposta di legge nei mercati di Campagna Amica, nelle sedi territoriali di Coldiretti e anche online. Per partecipare, basta collegarsi al sito https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home e selezionare il proprio Paese di cittadinanza. La registrazione può essere completata inserendo i dati del documento d’identità o del passaporto, oppure accedendo direttamente con SPID.

Coldiretti: “Proteggere la nostra filiera da importazioni senza regole”

La Puglia gioca un ruolo strategico nell’approvvigionamento alimentare nazionale, con oltre 100mila aziende agricole e allevamenti, 5mila imprese del settore agroalimentare e una rete capillare di vendita diretta, che va dalle fattorie ai mercati di Campagna Amica.

Secondo Coldiretti Puglia, è essenziale difendere questo patrimonio produttivo dall’arrivo di prodotti importati da Paesi che utilizzano sostanze vietate nell’UE e che danneggiano il mercato con pratiche sleali. La qualità del Made in Italy va tutelata con regole chiare e trasparenti, per garantire sicurezza ai consumatori e giustizia agli agricoltori italiani.

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