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Lecce

Mantovano sul caso Almasri: "Attendo di essere ascoltato. Quell’avviso di garanzia è incorniciato nel mio ufficio”

Il sottosegretario interviene anche sulla riforma della giustizia: “Non è contro i magistrati, ma per i cittadini”

Alfredo Mantovano

Alfredo Mantovano

LECCE - Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, intervenuto a Lecce in occasione di un evento del Rotary, ha affrontato con alcuni giornalisti il tema del caso Almasri, su cui è coinvolto con le accuse di favoreggiamento e peculato. “Non anticipo nulla, attendo di poter chiarire i fatti nella sede opportuna. Spero di poterlo fare presto. Qui mi avvalgo della facoltà di non rispondere”, ha dichiarato, sottolineando con una nota ironica: “Da qualche giorno quell’avviso è incorniciato nel mio ufficio”.

Nel corso del suo intervento, Mantovano ha poi spostato l’attenzione sulla riforma della giustizia, ribadendo la volontà del governo di portare avanti un cambiamento strutturale. “Non pretendiamo di scrivere una legge perfetta, il confronto è fondamentale per migliorare le proposte. Non vogliamo una riforma contro i magistrati, ma una riforma per i cittadini”, ha affermato.

Il sottosegretario ha affrontato il dibattito con toni sarcastici, parlando di “due gravi scandali” che starebbero caratterizzando la politica italiana. “Il primo è che da oltre due anni c’è un governo frutto del voto popolare. Il secondo è che questo governo sta attuando il programma con cui ha vinto le elezioni”, ha detto, evidenziando come tra le misure in discussione vi sia anche la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti.

“Di fatto questa separazione esiste già. Prima con la riforma Castelli, poi con la riforma Cartabia, il passaggio da una funzione all’altra è stato reso molto più complesso”, ha spiegato Mantovano, sottolineando che il dibattito attuale riguarda “una questione di metodo e di democrazia”.

Secondo il sottosegretario, mentre alcune forze sindacali, pur critiche nei confronti del governo, accettano il confronto, “la rappresentanza dei magistrati si rifiuta di discutere e di sottoporsi a un dialogo costruttivo”. “Questo atteggiamento è in netto contrasto con quello di altre categorie, che pur nella distanza politica si siedono al tavolo e cercano un punto di incontro”, ha concluso Mantovano.

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Commenti all'articolo

  • CGANDINI

    10 Febbraio 2025 - 17:16

    Condivido pienamente quanto dichiarato dal Sottosegretario Alfredo Mantovano e credo si verta nell’ambito non di un conflitto tra poteri dello Stato, che sarebbe fisiologico, anche alla luce dell’articolo 134 della Costituzione. Nel caso in esame, si configura una manifesta volontà di condizionamento e un’interferenza nell’esercizio del potere esecutivo e di quello legislativo.

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