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Lecce

Schiaffi, pugni e percosse per costringere la compagna e le figliastre a lavorare in campagna: condannato

La sua pena è stata commutata in servizio civile grazie alla riforma Cartabia. Dovrà curare il verde pubblico nella sua città

Il Tribunale di Lecce

Il Tribunale di Lecce

LECCE - Un incubo domestico durato dieci anni si è concluso con una condanna a 3 anni di reclusione per un agricoltore salentino di 34 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. La giudice per l'udienza preliminare, Valeria Fedele, ha convertito la pena in lavori di pubblica utilità nel comune di Alezio, dove l'uomo dovrà occuparsi del verde pubblico per due ore al giorno.

La vicenda, emersa nell'aprile 2024 grazie alla denuncia di una delle figlie della compagna dell'uomo, ha rivelato un quadro di violenza e sopraffazione. La giovane, accompagnata dalla nonna e dalla zia, ha raccontato ai carabinieri le continue vessazioni e umiliazioni subite insieme alla madre e alle sorelle.

Le vittime erano costrette a svegliarsi nel cuore della notte per lavorare nei campi, subendo turni estenuanti. L'uomo, descritto come una persona irascibile e priva di autocontrollo, impediva loro di uscire di casa, privandole anche dei telefoni cellulari. In caso di disobbedienza, scattavano le violenze fisiche: schiaffi, pugni, tirate di capelli, lancio di oggetti, percosse che hanno causato lividi, escoriazioni e persino fratture.

Le violenze non risparmiarono nemmeno la compagna, picchiata durante la gravidanza e costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso. L'uomo esercitava un controllo totale sulla famiglia, imponendo divieti e umiliazioni. Nel 2019, ad esempio, impedì alle figlie della compagna di partecipare alla comunione della nipote, mentre nel 2023 non permise alla donna di partecipare all'addio al nubilato della sorella.

L'inchiesta ha evidenziato come l'agricoltore, animato da "morbosi e ossessivi impulsi violenti e vessatori", abbia sottoposto i familiari a pesanti afflizioni, ricorrendo a ingiurie, minacce e violenza fisica. Un clima di terrore che ha segnato profondamente le vittime.

La denuncia della figliastra più grande, presentata ai carabinieri dopo l'ennesima aggressione, ha portato all'allontanamento dell'uomo dalla casa familiare e all'avvio del processo. 

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