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Blitz all'alba contro un traffico illecito di rifiuti tra Campania, Taranto e Calabria: 9 arresti e sequestri milionari. Il video

Operazione condotta dai Carabinieri del Noe. Oltre 4000 tonnellate di rifiuti speciali abbandonati in capannoni e aree agricole

Operazione dei Carabinieri

Operazione dei Carabinieri

L'operazione dei carabinieri del Noe contro un traffico illecito di rifiuti

Un’organizzazione criminale dedita al traffico illecito di rifiuti è stata smantellata dai Carabinieri del Gruppo per la Tutela dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di Napoli, che all’alba del 5 febbraio 2025 hanno eseguito nove arresti in diverse province italiane. L’operazione, condotta in sinergia con i Carabinieri territoriali, ha coinvolto le province di Bari, Taranto, Barletta-Andria-Trani (con un arresto a Bisceglie), Brindisi, Caserta, Napoli, Avellino, Cosenza, Matera, Campobasso, Viterbo e Potenza.

I provvedimenti restrittivi, emessi dal GIP del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno colpito persone accusate di associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, gestione abusiva di rifiuti e ostacolo ai controlli ambientali.

Un sistema di smaltimento abusivo tra quattro regioni

L’indagine, avviata nel giugno 2023, ha ricostruito il complesso sistema illegale utilizzato dagli indagati per trasportare e smaltire rifiuti speciali e pericolosi provenienti da impianti industriali di Puglia e Campania. Grazie a intercettazioni, riprese video e pedinamenti, gli investigatori del NOE di Lecce, Bari e Napoli hanno scoperto che il gruppo si avvaleva di documenti falsificati e autorizzazioni ambientali mendaci per movimentare ingenti quantitativi di rifiuti industriali.

Il materiale, invece di essere trattato in impianti autorizzati, veniva scaricato illegalmente in aree rurali e capannoni abbandonati tra Puglia, Basilicata, Calabria e Campania, con siti individuati a Taranto, Cosenza, Avellino e Matera.

Rifiuti speciali nascosti e dati alle fiamme

Tra i materiali smaltiti illegalmente figurano scarti tessili, rifiuti industriali e frazione indifferenziata codificati come EER 191212 e 150106. Il sistema prevedeva il trasporto del materiale in balle compattate, poi scaricate in terreni agricoli e capannoni dismessi, trasformati in vere e proprie discariche abusive.

Le zone colpite, spesso di pregio ambientale, si trovano nei pressi di strade provinciali e aree rurali isolate. In alcuni casi, i rifiuti sono stati bruciati per eliminarne le tracce, provocando grave inquinamento dell’aria e rischi per la salute pubblica.

Un business milionario e sequestri a raffica

L’organizzazione avrebbe incassato circa un milione di euro grazie al risparmio sui costi di smaltimento legale. Durante l’operazione, i carabinieri hanno sequestrato tre società di trattamento rifiuti con sede a Giugliano (Napoli), Onano (Viterbo) e San Martino Valle Caudina (Avellino), oltre a 3 capannoni industriali, in Pulsano e Cassano allo Ionio (CS), 2 terreni agricoli in Villapiana (CS) e 25 automezzi (rimorchio e motrice).

Le misure cautelari per bloccare il traffico illecito

Oltre ai nove arrestati, risultano 34 persone denunciate. Le misure cautelari sono state disposte per impedire la prosecuzione delle attività criminali e bloccare eventuali tentativi di falsificazione di documenti.

Gli investigatori hanno individuato oltre 4.000 tonnellate di rifiuti abbandonati. Una pratica altamente pericolosa sia per l’ambiente sia per la salute pubblica, in quanto queste discariche abusive possono innescare incendi tossici o contaminare le falde acquifere.

Maxi operazione con 80 carabinieri in azione

Per portare a termine l’operazione è stato mobilitato un imponente dispiegamento di forze, con 80 carabinieri del NOE e dell’Arma territoriale impegnati nei sequestri e negli arresti.

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