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Bari
04 Febbraio 2025 - 07:09
Le farine di larve - archivio
BARI - Le importazioni di grilli e larve destinate al consumo alimentare hanno subito un vero e proprio tracollo nel 2024, registrando una riduzione del 30% rispetto all'anno precedente. Secondo una proiezione Coldiretti su dati Istat, l'afflusso di questi prodotti in Italia è passato dai 17.600 chilogrammi del 2023 agli appena 11.500 dello scorso anno, segnale evidente della scarsa accoglienza riservata dai consumatori agli insetti in cucina.
A confermare questa tendenza è anche l’ultima indagine Notosondaggi, secondo cui il 78% degli italiani esprime un netto rifiuto verso alimenti contenenti insetti, anche se presentati sotto forma di farina. Un dato che dimostra il fallimento delle campagne promosse per incentivarne l’introduzione nella dieta quotidiana, spesso giustificate da presunti benefici ambientali.
L'avversione verso gli insetti edibili non è solo una questione culturale, ma riguarda anche la sicurezza alimentare e ambientale. Secondo Coldiretti, oltre a poter provocare allergie, la maggior parte di questi prodotti arriva da Paesi extra-Ue come Vietnam, Thailandia e Cina, nazioni che da anni figurano ai primi posti per numero di allarmi alimentari.
A suscitare perplessità è stato anche l'ultimo via libera dell'Unione Europea alla commercializzazione della polvere di larve di Tenebrio molitor, il cosiddetto verme giallo della farina, sottoposto a trattamenti con raggi ultravioletti per aumentarne il contenuto di vitamina D. Secondo Coldiretti, si tratta di un alimento altamente trasformato che dovrebbe essere chiaramente etichettato per informare i consumatori. L’associazione sottolinea la necessità di riportare in confezione la dicitura specifica: “contiene vitamina D prodotta mediante trattamento con UV”.
L'autorizzazione alla vendita di insetti per uso alimentare in Europa è scattata dal primo gennaio 2018, con l’entrata in vigore del regolamento UE sui “novel food”, che consente di riconoscere gli insetti sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali provenienti da Paesi terzi.
Fin dall'introduzione sul mercato dei primi prodotti a base di insetti, Coldiretti ha chiesto maggiore trasparenza per tutelare i consumatori, sottolineando il rischio di reazioni allergiche per chi è sensibile a crostacei e acari della polvere. Le pressioni dell’associazione hanno portato alla firma di quattro decreti per garantire che la presenza di insetti nei prodotti alimentari venga chiaramente indicata in etichetta.
Un passo necessario per tutelare il diritto alla scelta dei consumatori in un Paese che continua a preferire i sapori della tradizione alle nuove tendenze alimentari.
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