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Taranto
30 Gennaio 2025 - 06:10
Foto dal sito port.taranto.it
Casartigiani Taranto auspica che «la prossima nuova governance dell’Autorità Portuale possa far fronte a esigenze e problematiche che, soprattutto negli ultimi decenni, ha paralizzato la crescita dell’infrastruttura ionica. Motivo per cui, insediati i nuovi componenti degli organi, l’associazione datoriale degli artigiani della provincia di Taranto chiede un confronto, attraverso l’istituzione di un tavolo che si occupi di tematiche come la gestione dei lavori di ammodernamento, l’arretramento della dogana nell’area crociere e l’ampliamento delle aree pubbliche». Così l’associazione in una nota.
«È essenziale - si legge ancora - che la nuova governance adotti una pianificazione efficace e una gestione attenta dei lavori di ammodernamento del porto che siano in linea con le reali esigenze delle imprese locali che contribuiscono quotidianamente alla proliferazione dell’economia tarantina. In secondo luogo, Casartigiani Taranto chiede l’arretramento della dogana. Quest’ultimo intervento sarebbe necessario, in primis, per incentivare il turismo marittimo e far sì che il porto di Taranto diventi più attrattivo per i grandi operatori del settore crocieristico. Inoltre, grazie a questo intervento, verrebbe messo un punto definitivo all’annosa vicenda dei taxi e i Noleggi con Conducente che non avendo una collocazione stabile, all’interno del porto, non riescono a rendere i loro servizi. La burocrazia eccessiva rimane un ostacolo alla competitività del porto. Si auspica che la nuova governance intervenga con azioni concrete per semplificare le procedure, favorendo un approccio più agile che permetta di attrarre nuovi investimenti e ampliare le attività commerciali. Fondamentale, per Casartigiani Taranto, che venga promosso un ampliamento delle aree pubbliche, a discapito delle concessioni a privati, per garantire l’accessibilità del patrimonio portuale sia alla collettività sia alle imprese e al contempo per assicurare uno sviluppo equo e sostenibile delle attività portuali. Infine, riteniamo indispensabile la costruzione di un terminal tir che consenta l’interscambio ferroviario. Questa infrastruttura non solo migliorerebbe l’efficienza logistica, ma rappresenterebbe anche un passo importante verso un sistema di trasporto multimodale che colleghi il porto con l’entroterra, rafforzando così la competitività del nostro scalo».
E’ invece la FP Cgil a stigmatizzare la recente riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che «ha declassato l’Ufficio di Taranto dalla prima alla quarta fascia, assegnandole di fatto un livello non adeguato rispetto alle attività svolte da coloro che quotidianamente operano nell’Ufficio. Non si considerano le diversità esistenti, soprattutto in ambito accise, tra le diverse attività svolte - si legge in un comunicato sindacale - si tralascia che nel territorio di Taranto insistono alcune tra le più importanti strutture industriali nazionali; non si valorizza in alcun modo la circostanza secondo cui l’Ufficio delle Dogane di Taranto genera un gettito erariale di oltre un miliardo e duecento milioni di euro l’anno; che il rilancio del porto, dell’economia del territorio, dell’occupazione (tanto sbandierate in sedi istituzionali) mostrano in realtà le vere scelte, ribadiamo politiche, poste in essere dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, scelte che vanno a vantaggio di alcuni ed a sicuro nocumento del porto di Taranto e dei suoi lavoratori tutti, dipendenti dell’Agenzia, spedizionieri e di tutto l’indotto interessato». La FP Cgil parla di «un ulteriore schiaffo al territorio di Taranto, una situazione peggiorativa rispetto a quella di evidente crisi attuale che può e deve essere modificata».
«Fin da subito, dichiara Mimmo Sardelli segretario generale FP Cgil Taranto, coinvolgeremo la Regione, perché il declassamento va esattamente nella direzione contraria a quella per cui abbiamo lavorato in questi anni per lo sviluppo del porto, fondamentale non solo per l’economia locale ma anche per quella regionale e nazionale». «Da mesi sottolineiamo i rischi legati alla riorganizzazione che da Roma vogliono applicare all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in relazione all’Ufficio di Taranto, specialmente per quanto riguarda la sicurezza e l’efficienza dei servizi offerti al porto. Inoltre, oggi, con il declassamento della sede di Taranto da prima a quarta fascia questi timori diventano realtà, rischiando di compromettere il ruolo strategico dello scalo», dichiara Grazia Albano, segretaria FP Cgil Taranto.
Di "decisione incomprensibile che penalizza il porto e la città" parla Massimiliano Stellato, consigliere regionale e comunale, presidente del Gruppo Misto.
"La scelta dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, assunta prevalentemente calcolando il numero degli scambi della merce nel porto, è grave e inaccettabile. Il provvedimento, che a mio avviso dovrebbe tener conto dell'importante impatto finanziario riveniente dalle accise sul nostro territorio, rischia di compromettere la competitività dello scalo, in danno alle realtà produttive che dipendono dal porto, snodo strategico per la Puglia e per il nostro Paese. Mi associo all'appello di chi chiede al Ministero delle Finanze e al governo nazionale di rivedere questa decisione. E in tal senso presenterò una richiesta di audizione urgente in Commissione Trasporti regionale", dice Stellato.
L’Ufficio delle Dogane di Taranto è determinante nel settore delle energie, nei controlli sulle merci, sui tabacchi e sui prodotti in monopolio, nonché nel settore agroalimentare dove opera a stretto contatto ed in collaborazione con i maggiori produttori nazionali. È preposto alla vigilanza e ai controlli aeroportuali, eroga le agevolazioni sui prodotti energetici e da sempre offre i propri servizi alle più importanti società di logistica internazionale.
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