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Brindisi
29 Gennaio 2025 - 11:45
Invasi vuoti
BRINDISI - Si apre uno spiraglio per gli agricoltori di Brindisi, da mesi alle prese con il blocco del rinnovo e del rilascio delle concessioni per l’estrazione di acque sotterranee. Dopo le pressioni di Coldiretti Brindisi, il presidente della Provincia, Antonio Matarrelli, ha garantito il proprio impegno per accelerare le istruttorie e ridurre i tempi di rilascio dei protocolli necessari, in modo da facilitare l'accesso all'acqua per uso irriguo.
La questione è esplosa in seguito a una delibera della Giunta regionale, che impone nelle zone vulnerabili ai nitrati una condizione stringente: per ottenere nuove concessioni o rinnovare quelle esistenti, almeno il 70% delle colture nell’area interessata deve essere riconvertito ad agricoltura biologica. Questa misura, secondo Coldiretti, sta mettendo in ginocchio le aziende che non possono permettersi la conversione, compromettendo la produzione agricola e generando pesanti ricadute economiche.
Crisi idrica e ritardi burocratici
Il presidente di Coldiretti Brindisi, Giovanni Ripa, ha lanciato l’allarme: “La situazione è estremamente grave. La siccità persistente ha già ridotto al minimo le risorse idriche, e le restrizioni della Regione rendono impossibile irrigare i campi, con conseguenze drammatiche per l’agricoltura e la zootecnia locali”.
A complicare ulteriormente il quadro, denuncia Coldiretti Puglia, è l’eccessiva lentezza delle pratiche burocratiche: il rilascio delle concessioni può richiedere anche un anno, bloccando l’accesso ai fondi comunitari per lo sviluppo rurale e all'assegnazione del carburante agricolo a prezzo agevolato. Il direttore di Coldiretti Brindisi, Franco Dell’Acqua, ha sottolineato come il ritardo nel rilascio delle concessioni impedisca l’emissione dei libretti UMA, essenziali per ricevere il gasolio agricolo, con gravi ripercussioni sulla tenuta economica delle imprese agricole.
Coldiretti chiede modifiche alla normativa regionale
Per affrontare la crisi, Coldiretti Puglia ha inviato una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, sollecitando una revisione della normativa. L’associazione propone che le concessioni per l’estrazione delle acque sotterranee vengano concesse non solo alle aziende biologiche, ma anche a quelle che adottano metodi di agricoltura integrata o registrano nel Quaderno di Campagna l’uso di concimi conformi alle normative ambientali.
“Queste pratiche – spiega Coldiretti – garantiscono un impatto ambientale controllato, come previsto dalla Direttiva Nitrati, e devono essere riconosciute alla pari del biologico”.
Coldiretti chiede inoltre misure organizzative per snellire e velocizzare gli iter amministrativi, dichiarandosi disponibile ad un tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti.
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