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Bari
29 Gennaio 2025 - 06:28
Gioco d'azzardo, è allarme
BARI - La riforma del gioco d'azzardo fisico proposta dal Governo sta suscitando forti critiche da parte della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II, che esprime preoccupazione per le modifiche previste. Tra le misure contestate, la drastica riduzione delle aree sensibili da proteggere, l'allentamento delle distanze minime tra sale da gioco e luoghi di aggregazione e una scarsa limitazione delle aperture di nuovi punti scommesse.
"Si persevera nella diffusione capillare del gioco d’azzardo sul territorio, vanificando gli sforzi di Regioni e Comuni", ha denunciato il presidente della Consulta, Luciano Gualzetti. La preoccupazione principale riguarda il fatto che la nuova normativa potrebbe rendere l’azzardo ancora più accessibile, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. "L’azzardo rischia di entrare in tutte le case, colpendo in particolare le famiglie più fragili, che spesso vedono nel gioco una via di fuga dalle difficoltà economiche", ha aggiunto.
Uno dei punti più controversi della riforma è l’introduzione della distinzione tra punti gioco certificati e non certificati, con la riduzione delle zone protette unicamente alle scuole superiori e ai SerD (Servizi per le Dipendenze). Questo, secondo la Consulta, potrebbe favorire la proliferazione di sale slot vicino a chiese, oratori e altri luoghi di aggregazione, smantellando quanto costruito finora da molti enti locali per contenere il fenomeno. Inoltre, tale impostazione entrerebbe in contrasto con numerose sentenze dei tribunali amministrativi, che in passato hanno riconosciuto la competenza delle Regioni nel legiferare in materia di prevenzione del gioco patologico.
Anche la regolamentazione degli orari di apertura dei punti gioco solleva critiche. La proposta prevede fasce di chiusura differenziate tra esercizi certificati e non: dalle 5 alle 8.30 e dalle 13 alle 15 per i primi, dalle 5 alle 9 e dalle 13 alle 16 per i secondi. Secondo la Consulta, queste disposizioni di fatto aggirano le ordinanze sindacali che limitavano gli orari di gioco, permettendo così di giocare quasi ininterrottamente, anche di notte. La riforma, inoltre, contrasterebbe con la sentenza 220/2014 della Corte Costituzionale, che attribuisce ai sindaci la possibilità di regolamentare gli orari di apertura delle sale da gioco.
I numeri dimostrano l'impatto sociale devastante dell’azzardo. Secondo la Consulta, una persona su due tra quelle assistite dalle Fondazioni antiusura è indebitata proprio a causa del gioco. Nel solo 2023, il volume d’affari legato al gioco ha raggiunto 135 miliardi di euro, e le previsioni indicano che nel 2024 questa cifra potrebbe superare i 160 miliardi. Inoltre, si stima che in Italia 1,2 milioni di persone soffrano di dipendenza da gioco d’azzardo.
Per questi motivi, la Consulta Antiusura si unisce all’appello di Regioni, Comuni e associazioni attive sul territorio, chiedendo al Governo di ritirare la proposta di riforma e di avviare un vero riordino del settore, che tenga conto della tutela della salute pubblica e della dignità delle persone. Secondo l’organismo, è necessario adottare una legislazione che sia:
Trasparente, evidenziando chiaramente i rischi del gioco e i costi socio-sanitari che comporta.
Equa, evitando privilegi nel regime concessorio e possibili distorsioni del mercato.
Attenta ai più deboli, con misure di prevenzione e supporto per chi è a rischio di dipendenza.
Sussidiaria, coinvolgendo attivamente Regioni e Comuni nella regolamentazione del settore.
"È urgente segnare una netta discontinuità con il passato", conclude la Consulta, sottolineando la necessità di un nuovo patto socio-economico tra istituzioni, imprese e associazioni per riconoscere l'azzardo per quello che è: una minaccia per la salute, l'economia e la stabilità delle famiglie italiane.
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