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Taranto
24 Gennaio 2025 - 17:03
Pagano, Giorno e Borraccino
«L’ultimo decreto Ilva è la conferma che questo Governo brancola nel buio su tutti i fronti. Da mesi non si hanno notizie della cessione di Acciaierie d'Italia, né sugli acquirenti più accreditati, né sulle modalità con cui l’operazione dovrebbe avvenire. Nel frattempo, in una situazione di incomprensibile stallo, il Governo decide ancora una volta di attingere dal patrimonio destinato alle bonifiche per consentire la continuità produttiva, ingenerando il paradosso per cui i soldi che servivano per riparare i danni causati da una fabbrica altamente inquinante vengono invece utilizzati per mantenere in piedi uno stabilimento che inquina esattamente come prima».
Così, in una nota congiunta, Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico, Mino Borraccino e Mattia Giorno, Consiglieri del Presidente della Regione Puglia rispettivamente per il Piano Taranto e per il coordinamento e monitoraggio delle attività connesse ai piani regionali‚ nazionali ed europei per la transizione ecologica‚ culturale‚ economica ed energetica dell’area di Taranto.
«È inaccettabile che siano cittadini di Taranto a pagare ancora una volta il conto dell’incapacità di chi ci governa. Se garantire il prosieguo delle attività produttive è indispensabile per favorire il celere passaggio di proprietà dell’acciaieria, il Governo avrebbe dovuto trovare altrove le risorse necessarie e non di certo toglierle agli interventi di bonifica ambientale. È la prova che la produzione – continuano i dem – ritorna a calpestare le esigenze di ambiente, salute e lavoro, come nel passato più cupo».
«Se proprio i fondi del patrimonio destinato devono essere dirottati verso altre finalità – concludono Pagano i tre – è bene che vadano a risarcire quelle comunità che più di tutti hanno sofferto la presenza tossica dell’ex Ilva. Utilizzarne una piccola parte per alimentare il Fondo Tamburi, per esempio, potrebbe aiutarci a garantire che tutti coloro che hanno richiesto l’indennizzo possano vederselo pienamente riconosciuto, evitando così che arrivi loro soltanto una frazione di quanto spetterebbe», concludono.
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