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Il caso
14 Gennaio 2025 - 15:38
Il pronto soccorso del Policlinico di Bari
BARI - Un’altra tragedia sul lavoro scuote la Puglia. Un operaio di 58 anni, di origine straniera, ha perso la vita in un incidente avvenuto questa mattina nel cantiere del Policlinico di Bari, dove era impegnato nella realizzazione della nuova centrale termica. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo sarebbe stato colpito da materiale precipitato da una gru. Una dinamica ancora da chiarire, ma che riaccende il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, specialmente nei cantieri.
La notizia ha scatenato un’ondata di indignazione. Giuseppe Filannino, presidente dell’associazione "Mai Più Vittime sul Lavoro", ha affidato a una dura nota il suo sfogo: "Non possiamo più sopportare questo massacro. I morti aumentano e chi avrebbe potuto fermare questa strage non ha fatto nulla. Non è più il momento di sterili tavoli di discussione, servono risposte concrete. Quest’uomo non era un numero, ma una persona con sogni, speranze e una famiglia. È nostro dovere chiedere giustizia, individuare i veri responsabili e smetterla di scaricare sempre tutto sui soliti capri espiatori. Ci sono colpevoli e ci sono ancora più colpevoli."
L’associazione, da anni impegnata nella promozione della cultura della sicurezza sul lavoro, chiede interventi immediati e misure drastiche per fermare quella che definisce una "strage silenziosa e sistematica".
Il dramma ha sollevato l’ennesima denuncia da parte delle organizzazioni sindacali. Gabriele Boccuzzi, segretario della Cisl di Bari, ha puntato il dito contro il sistema degli appalti e la mancanza di controlli: "Abbiamo chiuso un anno con oltre mille morti sul lavoro e il 2025 si apre con un’altra vittima. Lavorare nei cantieri, specialmente in subappalto, significa rischiare la vita ogni giorno. Le norme ci sono, ma non vengono applicate, i controlli sono pochi e spesso inefficaci. Sappiamo che i lavoratori stranieri hanno il doppio delle probabilità di morire rispetto agli italiani. Un dato inaccettabile."
La Cisl propone da tempo la creazione di una cabina di regia permanente sulla sicurezza presso la Prefettura, per monitorare le condizioni di lavoro con continuità, anziché intervenire solo dopo le tragedie.
Anche Donato Pascazio, segretario della Fim Cisl Bari, ha espresso dolore e rabbia per l’ennesima vittima: "Lo ripetiamo da anni: non si può uscire di casa per andare a lavorare e non tornare più. Questa morte dimostra che la sicurezza nei cantieri è ancora un’emergenza. Non si può continuare a considerare la protezione dei lavoratori un lusso, deve essere una priorità assoluta."
Il sindacato chiede investimenti concreti in formazione e controlli severi per garantire che nessuno sia costretto a lavorare in condizioni di rischio estremo.
L’incidente di Bari è solo l’ultimo di una lunga serie. Il mondo del lavoro continua a pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane. Dietro ogni statistica c’è una persona, una famiglia distrutta e un dolore incolmabile.
Le istituzioni risponderanno con azioni concrete o tutto resterà, ancora una volta, solo un amaro bollettino di guerra?
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