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Manduria

Scrive "Allah" sui muri delle chiese: denunciato

Un cittadino gambiano aveva con sè anche un coltello

La questura di Taranto

La questura di Taranto

La Polizia di Stato ha denunciato un cittadino extracomunitario di origini gambiane in quanto ritenuto presunto responsabile dei reati di danneggiamento e porto di armi ed oggetti atti ad offendere.

"Gli agenti del Commissariato di P.S. di Manduria, durante i quotidiani servizi di controllo del territorio, hanno notato numerose scritte in lingua araba riportanti il nome di “Allah” sui muri perimetrali delle chiese.

Immediata l’attività investigativa portata avanti dai poliziotti che sono riusciti a raccogliere indizi tali da ritenere che il presunto autore delle scritte fosse un gambiano giunto clandestino sul territorio nazionale ed attualmente richiedente asilo politico.

All’atto del controllo, l’uomo è stato sorpreso dagli agenti con un coltello con lama di 40 cm e con le mani ancora sporche di vernice". Così una nota arrivata dalla Questura di Taranto. L'uomo è stato deferito all’Autorità Giudiziaria, mentre il coltello è stato posto sotto sequestro.

Al gambiano, inoltre, è stato notificato anche l’avviso orale firmato dal Questore di Taranto Michele Davide Sinigaglia ed adottato al termine di un’attività istruttoria svolta dai poliziotti della Divisione Anticrimine, dalla quale sarebbe emerso che lo stesso si fosse reso responsabile, nei giorni precedenti, di altri numerosi reati: minacce gravi nei confronti di connazionali, interruzione di pubblico servizio per aver interrotto la corsa di un autobus di linea urbana nonché del reato di rapina.

Sempre a Manduria i poliziotti hanno di recente notificato al legale rappresentante di una sala scommesse del posto la sospensione dell’attività per 10 giorni.

I motivi che hanno portato all’adozione del provvedimento, a firma del Questore di Taranto, sono da ricondurre a precedenti accertamenti condotti da personale del locale Commissariato finalizzati alla verifica del rispetto delle disposizioni di legge, in occasione dei quali è stata accertata la presenza, in una saletta interna dell’esercizio commerciale di cinque minori. Questo viola la norma posta a tutela dell’interesse pubblico per il contrasto del fenomeno della ludopatia ed in particolare, quella minorile.

Inoltre, da un ulteriore controllo effettuato sulla società sarebbe emerso che in data successiva alla data del rilascio della licenza, una nuova socia era entrata a far parte della società, senza però dare comunicazione di tale variazione alla locale Divisione di Polizia Amministrativa.

Tale comportamento configurerebbe un abuso dell’autorizzazione, in quanto, in caso di struttura organizzata in forma societaria, stante il carattere personale delle licenze di Polizia, il controllo sul possesso dei requisiti soggettivi non si limita al solo rappresentante legale, ma si estende a tutti i componenti della compagine sociale, controllo che nel caso in questione non è stato possibile effettuare.

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