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L'intervento

Coinvolgere le Procure sul Cda dell'Arpa Puglia

La questione affrontata dall'ex direttore dell'Agenzia per l'ambiente, Giorgio Assennato

Giorgio Assennato

Giorgio Assennato

di Giorgio Assennato

Pochi sanno che ARPA Puglia svolge anche funzioni di  supporto alle attività di Polizia Giudiziaria delle Procure della Repubblica su tutto il territorio regionale.

Quando i Procuratori ravvisano la necessità di effettuare controlli ambientali si rivolgono alle strutture territoriali di ARPA i cui tecnici effettuano campionamenti ed analisi sulle matrici  ambientali interessate (aria, acqua, suolo, alimenti).

È quindi di fondamentale interesse per tutte  le Procure della Repubblica (non soltanto quella di Bari) preservare la terzietà di ARPA, espressa nella norma istitutiva del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA). Non si tratta quindi di denunciare reati commessi nell’approvazione del futuro  CdA di ARPA ma di richiedere un parere sulle conseguenze che un maggiore controllo politico-amministrativo di ARPA inevitabilmente avrebbe sulla terzietà dell’Agenzia.

Vorrei qui ricordare una mia diretta esperienza personale. Quando ero direttore generale di ARPA Puglia, i direttori dei Dipartimenti Provinciali dell’Agenzia mi segnalarono che il coinvolgimento da parte delle Procure della Repubblica era negli ultimi tempi aumentato a dismisura, creando difficoltà allo svolgimento delle attività istituzionali (si aggiunga che  l’attività per le Procure è  svolta gratuitamente).

Approvai quindi una delibera che limitava a tre le attività di controllo ambientale nel corso di un anno solare per ciascuna Procura della Repubblica, per un totale di 18 controlli. Ricevetti due lettere di contestazione, una del Procuratore-capo di Brindisi dr. Marco Dinapoli (mio amico personale) e una durissima del Procuratore-capo di Lecce dr. Cataldo Motta nella quale mi informava che se non avessi ritirato la delibera sarei incorso in un reato penale di intralcio alla giustizia. Ritirai la delibera, andai a Lecce-Canossa, fui accolto con grande cortesia dal dr. Motta, il cui carisma mi impressionò.  Ecco perché le Procure della Repubblica hanno titolo ad esprimere il loro autorevole parere sulla vexata quaestio del C.d.A. di ARPA Puglia.  Il Presidente Emiliano, anche per il suo ruolo di magistrato in aspettativa, avrebbe dovuto coinvolgere le Procure ben prima di approvare la norma.

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