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Il Gurgo di Andria come vasca di laminazione: patrimonio naturale a rischio

La dolina tra le più spettacolari della Puglia al centro di un progetto idraulico controverso. L’allarme dei geologi: “Rischi per la falda e possibili effetti sismici”

Il Gurgo di Andria - foto di Domenico Belfiore

Il Gurgo di Andria - foto di Domenico Belfiore

ANDRIA - Anche l’Ordine dei Geologi della Puglia interviene sul caso del Gurgo di Andria, una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia, situata a poco più di un chilometro a sud-ovest della città, a poche decine di metri dal Santuario del Santissimo Salvatore. Al centro del dibattito c’è un progetto che prevede la trasformazione del sito naturale in una vasca di laminazione per la mitigazione del rischio idraulico del canale Ciappetta-Camaggio, nell’ambito degli interventi finanziati dal Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico.

Giovanna Amedei, Presidente dell’Ordine, esprime perplessità: “Il Gurgo – scrive - rappresenta non solo un patrimonio paesaggistico e culturale, ma anche un importante geosito censito e tutelato dalla Regione Puglia. Utilizzarlo come recapito per opere idrauliche significa esporre l’area a gravi rischi ambientali e geologici. Il progetto non sembra aver considerato adeguatamente due aspetti tecnici fondamentali: la possibile contaminazione della falda e gli effetti idrosismici.”

Rischio contaminazione della falda

Gli studi geologici evidenziano che le aree carsiche, come il Gurgo, favoriscono il trasferimento diretto degli inquinanti dalla superficie alla falda attraverso le discontinuità naturali. “Già oggi – spiega Amedei – la falda dell’Alta Murgia è sotto stress per fenomeni di inquinamento e crisi idrica. La pressione aggiuntiva derivante dalla funzione di vasca di laminazione aggraverebbe ulteriormente questa situazione, amplificando il rischio di contaminazione.”

Effetti idrosismici e pericoli sotterranei

L’infiltrazione concentrata d’acqua potrebbe inoltre alterare la circolazione carsica ipogea, con conseguenze potenzialmente gravi:

“Esistono studi che collegano la pressione idrica concentrata a micro-terremoti, come dimostrato in altre aree dell’Appennino. Ad oggi, non risultano eseguite indagini specifiche sul fondo del Gurgo, lasciando aperti interrogativi cruciali sugli impatti geologici del progetto.”

La questione sicurezza e la tutela del patrimonio

Amedei sottolinea che la necessità di mettere in sicurezza l’abitato non è in discussione, ma critica la scelta del Gurgo come soluzione:

“Ci sono altre opzioni da valutare per conciliare la sicurezza idraulica con la tutela di un sito unico, di valore geologico e paesaggistico inestimabile.”

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