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29 Dicembre 2024 - 07:06
Il Gurgo di Andria - foto di Domenico Belfiore
BAT - La trasformazione del Gurgo di Andria, una delle più spettacolari doline carsiche della Puglia, in una vasca di laminazione per mettere in sicurezza l’abitato, ha sollevato un acceso dibattito tra geologi, ambientalisti e amministratori locali. Un intervento promosso dal Commissario per il Dissesto Idrogeologico della Regione Puglia, che ha scatenato dure critiche per il rischio di compromettere un patrimonio geologico, paesaggistico e archeologico di valore inestimabile.
“Non siamo contrari alla realizzazione di una vasca di laminazione, ma non comprendiamo la scelta di utilizzare il Gurgo di Andria, un geosito riconosciuto dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) – spiega Antonello Fiore, presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) –. Questa scelta appare ancora più incomprensibile alla luce della candidatura del territorio al network dei GeoParchi mondiali UNESCO”.
Il Gurgo di Andria, situato a circa un chilometro a sud-ovest della città, è una dolina di straordinario interesse geologico e archeologico. Con una profondità di 38 metri e un perimetro di oltre 800 metri, rappresenta una testimonianza millenaria della morfologia carsica pugliese. Studi archeologici indicano che l’area fosse abitata sin dall’epoca altomedievale, con il casale bizantino di Trimoggia che vi sorgeva nel IX secolo d.C.
“Si tratta di una delle cinque doline più grandi della Puglia – sottolinea Fiore – e presenta caratteristiche uniche, come le pareti in calcari del Cretaceo e la presenza di piccole cavità carsiche. Questo patrimonio geologico e archeologico verrebbe irrimediabilmente compromesso dalla trasformazione in vasca di laminazione”.
Anche i consiglieri comunali di Andria Michele Di Lorenzo, Michele Coratella, Vincenzo Coratella e Gianluca Grumo esprimono preoccupazione: “La sicurezza del territorio è una priorità, ma non può tradursi nella distruzione di un habitat naturale così prezioso. Esistono soluzioni alternative che permetterebbero di proteggere l’abitato senza sacrificare il Gurgo”.
I consiglieri chiedono con forza alle istituzioni di rivedere il progetto e di individuare modalità che bilancino la tutela del patrimonio ambientale con le esigenze di sicurezza idraulica.
In un momento in cui il territorio di Andria e altri 14 comuni della Murgia gioiscono per il riconoscimento di Geoparco Unesco, il rischio di perdere un bene così prezioso appare inaccettabile. “La tutela dell’ambiente e la sicurezza idraulica devono procedere di pari passo, senza sacrificare l’uno a vantaggio dell’altro – conclude Fiore –. Il Gurgo di Andria non è solo un tesoro del passato, ma una risorsa per il futuro”.
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