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Il caso

«L’olio pugliese non si svende», stop ai ribassi che minacciano la qualità e la filiera

Confagricoltura insorge contro chi rilascia dichiarazioni irresponsabili e potenzialmente devastanti per gli agricoltori

Luca Lazzàro

Luca Lazzàro

BARI – Le dichiarazioni secondo cui un buon olio extravergine d’oliva italiano possa essere venduto a 5-6 euro al chilo sono un attacco diretto alla filiera olivicola. A denunciarlo è Confagricoltura Puglia, che considera tali affermazioni irresponsabili e potenzialmente devastanti per gli agricoltori, i lavoratori e l’intero indotto.

“Un buon olio non può costare meno di 10 euro al litro”
“Dire che si possa produrre qualità a quei prezzi è ignorare la realtà del settore o, peggio, perseguire interessi speculativi”, sottolinea il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro. Oggi, nelle piazze pugliesi, il prezzo medio dell’olio Evo si attesta attorno ai 9 euro al litro, un valore che, pur dignitoso, non copre integralmente i costi della filiera.

Costi in aumento e qualità sotto attacco

La produzione di olio in Puglia, leader in Italia, è messa a dura prova da costi di produzione elevati, margini ridotti e difficoltà climatiche. Nonostante ciò, gli olivicoltori pugliesi continuano a garantire un prodotto d’eccellenza, apprezzato anche sui mercati internazionali, dove la domanda di olio Evo italiano è cresciuta del 64,1% rispetto all’anno precedente.

Produzione in calo: un rischio per l’Italia

La stagione 2024/2025 segnerà un forte calo della produzione italiana, stimata in 224mila tonnellate (-31,7%). Mentre Paesi concorrenti come Spagna e Turchia registrano crescite significative, l’Italia rischia di perdere terreno non solo in termini di volumi, ma anche di valore percepito.

La qualità non è una commodity

“L’olio extravergine italiano non è una merce da discount”, accusa Confagricoltura. “Chi spinge per ribassi insostenibili tradisce il valore del Made in Italy, minando la qualità e penalizzando gli agricoltori”.

Abbassare il prezzo, avverte Lazzàro, significa spalancare le porte a prodotti stranieri mascherati da italiani, compromettendo la sostenibilità della filiera e il futuro del territorio. “La qualità ha un costo, e deve essere difesa ogni giorno nei campi e sui mercati”, conclude il presidente.

La Puglia resta il cuore pulsante della produzione nazionale, ma il settore olivicolo necessita di interventi decisi per proteggere il valore del suo prodotto simbolo e garantirne l’eccellenza a livello globale.

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