Cerca

Cerca

Bari

Corruzione e appalti truccati, la Regione Puglia e il Comune di Bari presentano il conto ai Pisicchio

Chiesta dai due enti la costituzione di parte civile per ragioni diverse e per somme ingenti

Alfonso Pisicchio

Alfonso Pisicchio

BARI - La Regione Puglia e il Comune di Bari hanno chiesto di costituirsi parte civile nel procedimento penale a carico dell’ex assessore regionale Alfonsino Pisicchio, del fratello Enzo e di altri 12 imputati. Le accuse, gravissime, spaziano dalla corruzione alla turbativa d’asta, passando per falso, truffa e fatture false.

La richiesta di costituzione è stata formalizzata oggi davanti al giudice per l’udienza preliminare (gup) Nicola Bonante, che ha rinviato il processo al prossimo 4 febbraio.

Le richieste di risarcimento

Il Comune di Bari ha deciso di costituirsi contro i fratelli Pisicchio, l’ex responsabile unico del procedimento Francesco Catanese e l’imprenditore Giovanni Riefoli, avanzando una richiesta di oltre un milione di euro per danni patrimoniali e d'immagine.

La Regione Puglia, invece, ha puntato il dito contro Alfonsino Pisicchio e alcuni altri imputati, escludendo però il fratello Enzo. Nei confronti di Alfonsino è stato richiesto un risarcimento di 50mila euro per danni non patrimoniali.

Le accuse contro Alfonsino Pisicchio

Secondo l’accusa, Alfonsino Pisicchio, durante il suo mandato nella giunta Emiliano, avrebbe sfruttato la sua influenza politica per gestire il ruolo in modo clientelare. Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, avrebbe utilizzato il fratello Enzo per favorire imprenditori "amici" in cambio di assunzioni nelle loro aziende, garantendosi così voti e consenso elettorale.

Enzo Pisicchio, invece, avrebbe agito come esecutore delle direttive del fratello, fungendo da "schermo" per celare il coinvolgimento diretto dell’ex assessore.

Appalti truccati e favori personali

Tra i casi emersi dalle indagini, spicca la presunta turbativa di una gara d’appalto del Comune di Bari per l’affidamento della gestione e riscossione dei tributi. L’appalto, bandito nel 2019 con una base d’asta di circa 5,5 milioni di euro, sarebbe stato confezionato su misura dall’ex rup Francesco Catanese per un imprenditore, in cambio dell’assunzione della moglie.

Anche un componente della commissione di gara avrebbe ricevuto la promessa di assunzione del figlio, sempre tramite l’intermediazione dei fratelli Pisicchio. A questi ultimi, secondo l’accusa, sarebbero stati garantiti denaro, assunzioni, promesse di favori e il finanziamento illecito del partito ‘Iniziativa Democratica’, grazie alla condivisione di informazioni riservate con imprenditori favoriti.

L’udienza di febbraio sarà un momento cruciale per definire il quadro delle responsabilità e l'eventuale risarcimento dei danni subiti dagli enti coinvolti.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Video del giorno

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori