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Nodo ferroviario Bari Nord definanziato: 700 milioni a rischio, esplode la protesta sindacale

Cgil Puglia contro il taglio del Cipess: «Un progetto atteso da 20 anni mandato in fumo»

Binari ferroviari

Binari ferroviari

BARI - La decisione del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) di definanziare il progetto del nodo ferroviario Bari Nord ha scatenato la dura reazione della Cgil Puglia e delle sue articolazioni territoriali.

Ha dell’incredibile che si debba apprendere dalla stampa questa notizia – denunciano Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia, Gianni De Lello della Filt Cgil regionale, e Domenico Ficco della Camera del Lavoro Metropolitana di Bari –. Si tratta di un’opera attesa da oltre 20 anni, che avrebbe migliorato la qualità, la sostenibilità e la sicurezza del trasporto su ferro nell’area metropolitana di Bari e lungo la dorsale regionale. Ora tutto rischia di andare in fumo”.

Un progetto strategico cancellato per ritardi accumulati

Secondo il progetto di Rfi, il nodo ferroviario avrebbe previsto:

  • La dismissione dell’attuale tracciato e la costruzione di un nuovo percorso ferroviario a doppio binario ed elettrificato, lungo 11 km;
  • Tratti in trincea profonda e galleria artificiale tra Giovinazzo e Bari Parco Nord;
  • Soppressione dei passaggi a livello per ridurre le interferenze con le aree urbanizzate;
  • Miglioramento degli standard di qualità e regolarità per il trasporto ferroviario.

L’intervento, che avrebbe avuto un costo di circa 700 milioni di euro, puntava a risolvere problematiche infrastrutturali rilevanti e garantire un impatto positivo sulla mobilità regionale.

La richiesta di chiarimenti: “Attivare una cabina di regia”

“Chiediamo alla Regione di attivare subito una cabina di regia per individuare le cause di questa decisione e valutare soluzioni alternative – proseguono Bucci, De Lello e Ficco –. È assurdo che si taglino finanziamenti al Mezzogiorno, quando infrastrutture come questa sono fondamentali per la coesione territoriale, obiettivo cardine del Pnrr e dei fondi comunitari”.

A settembre, la Regione aveva dato il via libera definitivo alla variante tra Santo Spirito e Palese, per un progetto da un miliardo di euro. Ora il sindacato chiede:

  • Responsabilità chiare per il definanziamento;
  • Un confronto immediato con il Governo, Rfi e Regione, coinvolgendo le parti sociali;
  • La garanzia che le risorse restino in Puglia, senza essere dirottate altrove.

Un colpo a infrastrutture e occupazione

La cancellazione del progetto non solo blocca uno dei più importanti interventi ferroviari per l’area metropolitana, ma mina anche le ricadute economiche e occupazionali previste. “Si rischia di vanificare un lavoro ventennale. Chiediamo che le istituzioni si assumano le loro responsabilità e trovino una soluzione per non disperdere questa opportunità fondamentale per il territorio”, concludono i sindacalisti.

La protesta non si ferma: il futuro del nodo ferroviario Bari Nord e delle risorse destinate al Mezzogiorno resta al centro del dibattito politico e sociale.

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