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L'analisi

Mezzogiorno protagonista dell’economia: crescono fatturato, export e innovazione grazie alle medie imprese

Nel prossimo triennio 4 imprese su 10 investiranno nell'intelligenza artificiale. La burocrazia ostacola la metà delle aziende nell’uso del Pnrr

L'incontro in Camera di Commercio a Bari

L'incontro in Camera di Commercio a Bari

BARI - Le medie imprese del Sud Italia guidano la ripresa economica del Paese, mostrando una vitalità sorprendente rispetto al Centro-Nord. È quanto emerge dal rapporto “La competitività delle medie imprese del Mezzogiorno tra percezione dei rischi e strategie di innovazione”, presentato alla Camera di Commercio di Bari. Puglia, Campania e Sicilia si confermano protagoniste di un Mezzogiorno dinamico, in grado di affrontare le sfide del mercato globale.

Numeri che parlano di crescita

Nel 2023, il fatturato delle medie imprese meridionali è aumentato del 2,7%, mentre quello del Centro-Nord ha registrato un calo del 3,6%. Sul fronte delle esportazioni, il Sud ha visto un incremento del 4,4%, contro un calo del 2,1% nelle altre aree. Le prospettive per il 2024 rimangono positive: si prevede una crescita del 2% sia per il giro d’affari sia per l’export, in netto contrasto con le aspettative negative del Centro-Nord (-1,5% per il fatturato e -4% per le esportazioni).

In particolare, la Puglia conta 84 medie imprese, che generano l’11,4% del valore aggiunto manifatturiero regionale, confermandosi tra le regioni trainanti del Meridione.

L'incontro in Camera di Commercio a Bari

L'incontro in Camera di Commercio a Bari

Innovazione e tecnologia: il motore del successo

Il rapporto evidenzia come le imprese del Sud stiano puntando su tecnologie 4.0 e intelligenza artificiale. L’87,3% ha già avviato o avvierà investimenti in innovazione entro il 2026 (contro l’82,1% del Centro-Nord), mentre il 41,3% si concentrerà sull’intelligenza artificiale nei prossimi tre anni, superando il 37,5% delle aziende del resto d’Italia.

Luciana Di Bisceglie, presidente della Camera di Commercio di Bari, ha sottolineato: “Il dinamismo delle medie imprese dimostra che oggi è l’epoca del ‘cresci o esci’. È necessario investire, innovare e fare sistema per consolidare lo sviluppo del Mezzogiorno”.

Leggi il rapporto completo.

Sfide e ostacoli: burocrazia e carenza di personale

Nonostante i risultati positivi, il rapporto mette in luce alcune criticità. La burocrazia e la difficoltà nel trovare personale qualificato rappresentano i principali ostacoli per le imprese del Sud.

Andrea Prete, presidente di Unioncamere, ha dichiarato: “L’eccesso di burocrazia rischia di rallentare la crescita delle medie imprese, che invece stanno dimostrando di essere un motore di sviluppo economico per il Paese”.

Per affrontare la carenza di lavoratori specializzati, un terzo delle aziende meridionali prevede di assumere personale straniero nei prossimi tre anni, un dato che riflette la mancanza di competenze disponibili sul mercato italiano.

Conclusioni: il Mezzogiorno come modello di resilienza

Il rapporto sottolinea come il Sud Italia stia cambiando la narrativa economica nazionale. In un contesto di difficoltà globali, il Mezzogiorno emerge come un esempio di resilienza e innovazione, mostrando che il riscatto economico passa attraverso le medie imprese.

A chiudere i lavori, Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, ha concluso: “Le medie imprese pugliesi e meridionali stanno dimostrando che con visione, investimenti e una rete di collaborazioni è possibile affrontare le sfide del futuro. È un segnale di fiducia per tutto il Paese”.

Questo dinamismo rende le medie imprese del Mezzogiorno un pilastro cruciale per la crescita dell’economia italiana, ribaltando stereotipi e sfide strutturali con una straordinaria capacità di innovare e adattarsi.

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