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Taranto

Sciopero generale, venerdì il corteo

Parlano segretari della Cgil e della Uil, Giovanni D’Arcangelo e Stefano Frontini

I segretari della Cgil e della Uil, Giovanni D’Arcangelo e Stefano Frontini

I segretari della Cgil e della Uil, Giovanni D’Arcangelo e Stefano Frontini

«Di fronte ad un Governo completamente disinteressato alla proposta che viene dal mondo del lavoro, non resta che tornare in piazza. Di fronte alla precarietà diffusa, ad una inflazione che si mangia stipendio e pensioni, non resta che tornare a manifestare, perché la questione salariale e occupazionale non è mera questione sindacale, è questione etica strettamente connessa alla disuguaglianze, alla povertà diffusa, al grado di disperazione di chi non riesce a pagare cibo, carburante, bollette, di chi non riesce a curarsi perché la salute è garantita solo a chi è ricco e può permettersi di pagare per saltare le lunghe liste d’attesa. Perchè si è poveri anche lavorando».

I segretari della Cgil e della Uil, Giovanni D’Arcangelo e Stefano Frontini, hanno illustrato le ragioni e le modalità di sciopero del prossimo 29 novembre. La mobilitazione riguarderà tutte le categorie e l’intera giornata o intero turno di lavoro. A Taranto a partire dalle 9 è previsto il raduno del corteo che con partenza dal piazzale antistante l’ingresso Arsenale di Taranto (via Di Palma), si svilupperà lungo le vie cittadine fino al comizio finale, previsto alle 10.30 in piazza Maria Immacolata.

«Taranto è figlia di una vera e propria azione di fallimento della politica industriale di questo paese - dichiarano Frontini e D’Arcangelo - Perchè nella manifattura non basta difendere gli asset produttivi, ma avviare investimenti che sappiano difendere l’occupazione, tutelando anche salute e sicurezza. E i tavoli di vertenze tarantine ormai sono troppi e infiniti. La storica vertenza ex Ilva, ma anche quella di Hiab, Leonardo o del Porto di Taranto. Ma anche l’incredibile vicenda degli oltre 150 precari storici degli appalti comunali. O l’emblematica storia dei dipendenti del Comune di Roccaforzata. Nessuno più è al sicuro - dicono i segretari di Cgil e Uil - e quella che si annuncia come la più grande manifestazione dopo quella del 2014 contro il Jobs Act è solo la reazione civile per difendere chi non ce la fa più. E le previsioni rispetto al mercato del lavoro di Taranto non promettono nulla di buono. Le statistiche della Cgia di Mestre per il capoluogo e la sua provincia prevedono entro il 2034 una perdita di occupazione del 13,47%. Crisi industriali, denatalità, invecchiamento progressivo della popolazione e lavoro irregolare e sommerso, convergono a creare il fenomeno della “desertificazione” sociale, umana e produttiva».

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