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Qualità della vita

Sicurezza sociale, Taranto ultima in Italia

Il report di ItaliaOggi: la provincia ionica è la peggiore in Puglia

Una veduta di Taranto

Una veduta di Taranto

Taranto è l'ultima provincia in Italia per quanto riguarda la sicurezza sociale. E' uno dei dati che emergono dall’Indagine annuale sulla qualità della vita 2024 realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, giunta alla ventiseiesima edizione.

Secondo la classifica di quest’anno, la provincia italiana in cui si vive meglio è Milano, seguita da quelle di Monza-Brianza e Brescia. Nel dato complessivo Taranto è al novantanovesimo posto. L'anno scorso era il centounesimo. Male il dato sull'ambiente: 103esimo posto. Lavoro, 97esimo posto; istruzione, 90esimo posto; popolazione, 70esimo posto; reddito, 78esimo posto; salute, 85esimo posto; reati e sicurezza 32esimo posto; turismo 58esimo posto.

A livello generale, Bari occupa il 71esimo posto, seguono Lecce (79°), Bat (86°), Brindisi (91°) e Foggia (93°).

Tornando alla sicurezza sociale, non c'è il dato sui NEET, le persone in età compresa tra 15 e 29 anni che non lavorano, non studiano e non aderiscono a programmi di formazione, in quanto non più prodotto dall’Istat, sostituito dal tasso di inattività registrato tra i 25 e i 34 anni. La provincia che "sta meglio" in questo campo è Rovigo, Taranto è come detto la peggiore.

La classifica di ItaliaOggi - Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, è stilata sulla base di 92 indicatori, suddivisi in nove macro-categorie: “Affari e lavoro”, “Ambiente”, “Istruzione”, “Popolazione”, “Reati e sicurezza”, “Reddito e ricchezza”, “Salute”, “Sicurezza sociale” e “Turismo e cultura”. Alla provincia con il posizionamento migliore vengono assegnati mille punti, mentre zero a quella peggiore. Le 107 province, a seconda del loro punteggio, vengono poi divise in quattro gruppi: “Buona”, “Accettabile”, “Discreta”, “Insufficiente”.

Quest’anno la qualità della vita in Italia è risultata buona o accettabile in 62 province su 107, in lieve flessione rispetto agli ultimi tre anni: erano 63 nel 2023, 64 nel 2022 e 63 nel 2021. La maggior parte di queste è localizzata nel Nord Italia, con qualche eccezione - è il caso della Toscana, dell’Umbria, delle Marche e del Lazio. Nella categoria “Affari e lavoro” – calcolata su una media tra tasso di occupazione e disoccupazione, imprese registrate e cessate – più di 7 province su 10 hanno un punteggio che supera i 500 punti, e solo 20 sono considerate insufficienti. La stessa tendenza si ritrova nella categorie “Reati e Sicurezza” con 17 insufficienze, e “Sicurezza sociale”, con 21 insufficienze.

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