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17 Novembre 2024 - 06:31
Il Centro accoglienza richieste di asilo (Cara) di Bari - archivio
BARI - La Procura di Bari ha iscritto nel registro degli indagati nove operatori sanitari per la morte di Bangaly Soumaoro, 33enne originario della Guinea, ospite del Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Bari. La notizia, riportata da La Repubblica, specifica che si tratta di un atto dovuto per consentire le indagini.
Bangaly è morto in ospedale il 4 novembre scorso, dopo giorni di dolori addominali segnalati al presidio sanitario del Cara. La vicenda aveva scatenato una protesta dei migranti, che accusavano carenze nell’assistenza ricevuta: il 33enne, secondo i manifestanti, sarebbe stato trattato solo con tachipirina nonostante i sintomi persistenti. La protesta, durata fino al 5 novembre, aveva portato un corteo fino alla prefettura di Bari.
Secondo la direttrice del Cara, Bangaly si era rivolto al presidio il 2 e il 3 novembre, dove aveva ricevuto trattamenti legati ai suoi sintomi intestinali. La situazione era poi precipitata il 4 novembre, quando il 118 aveva disposto il trasferimento in ospedale, dove il giovane è deceduto. La Tac effettuata poco prima del decesso avrebbe rilevato corpi estranei nello stomaco, tra cui alcune pile, che si ipotizza siano state ingerite in un gesto di autolesionismo.
Il caso ha sollevato interrogativi anche sulla gestione sanitaria all’interno del Cara. Secondo quanto riportato da Repubblica, nei fine settimana all’interno del centro non sarebbe garantita la presenza di medici ma solo di infermieri, a causa di tagli imposti dal capitolato. "Abbiamo perso l’assistenza medica h24 – ha dichiarato la direttrice –: i medici sono presenti solo per otto ore al giorno".
L’autopsia disposta dalla magistratura sarà cruciale per chiarire le cause della morte e verificare eventuali responsabilità. La vicenda riapre il dibattito sulle condizioni nei centri di accoglienza e sul diritto alla salute dei richiedenti asilo.
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