Durante la conferenza stampa in Tribunale, il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ha lanciato un monito sull'impatto che la riforma delle intercettazioni potrebbe avere su questo tipo di inchieste. “L’indagine è frutto di un lavoro straordinario della Guardia di Finanza. Ma se entrerà in vigore la nuova disciplina sulle intercettazioni, indagini di questo tipo non saranno più possibili. Qui le intercettazioni sono andate avanti per mesi” ha dichiarato Rossi. Con toni decisi, ha quindi invocato una maggiore tutela degli strumenti investigativi: “Occorrono maggiori strumenti repressivi. Se continuano a toglierli e a ridurli, queste indagini non si faranno più”.
Secondo gli inquirenti, le indagini hanno permesso di svelare una “rete di collusioni” radicata nella sanità pubblica locale, con accordi corruttivi che coinvolgevano anche progetti di rilievo, come la costruzione del reparto dei detenuti all’ospedale San Paolo e della “Casa della Salute” di Giovinazzo. In cambio degli appalti, gli imprenditori avrebbero offerto non solo denaro ma anche favori personali ai funzionari pubblici, come ristrutturazioni di abitazioni e beni di lusso. Sei degli indagati sono stati portati in carcere per associazione a delinquere, mentre altri quattro si trovano agli arresti domiciliari.
L'operazione ha nuovamente posto l'accento sulla necessità di mantenere saldi gli strumenti di indagine in materia di intercettazioni, considerati dagli inquirenti essenziali per scoprire e smantellare organizzazioni illecite, soprattutto in contesti dove la corruzione sembra essersi infiltrata nelle istituzioni pubbliche con modalità “seriali”.