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I retroscena

Appalti truccati nella Asl: «Rischio paralisi per le nuove norme sulle intercettazioni»

Il grido d'allarme lanciato dal Procuratore capo di Bari, Roberto Rossi

Roberto Rossi

Roberto Rossi

BARI - Dieci arresti e uno scenario allarmante di corruzione. È questo il bilancio dell'indagine della Guardia di Finanza di Bari che ha portato alla luce un presunto sistema di appalti truccati all'interno della Asl barese. Nel mirino delle forze dell’ordine, un gruppo di imprenditori e pubblici ufficiali accusati di aver messo in piedi un’organizzazione illecita per spartirsi contratti pubblici in cambio di tangenti. Tra i beni sequestrati ci sono contanti per 320mila euro, gioielli e ben 17 borse di lusso, tutte ritenute parte dei vantaggi illeciti.

Durante la conferenza stampa in Tribunale, il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ha lanciato un monito sull'impatto che la riforma delle intercettazioni potrebbe avere su questo tipo di inchieste. “L’indagine è frutto di un lavoro straordinario della Guardia di Finanza. Ma se entrerà in vigore la nuova disciplina sulle intercettazioni, indagini di questo tipo non saranno più possibili. Qui le intercettazioni sono andate avanti per mesi” ha dichiarato Rossi. Con toni decisi, ha quindi invocato una maggiore tutela degli strumenti investigativi: “Occorrono maggiori strumenti repressivi. Se continuano a toglierli e a ridurli, queste indagini non si faranno più”.

Secondo gli inquirenti, le indagini hanno permesso di svelare una “rete di collusioni” radicata nella sanità pubblica locale, con accordi corruttivi che coinvolgevano anche progetti di rilievo, come la costruzione del reparto dei detenuti all’ospedale San Paolo e della “Casa della Salute” di Giovinazzo. In cambio degli appalti, gli imprenditori avrebbero offerto non solo denaro ma anche favori personali ai funzionari pubblici, come ristrutturazioni di abitazioni e beni di lusso. Sei degli indagati sono stati portati in carcere per associazione a delinquere, mentre altri quattro si trovano agli arresti domiciliari.

L'operazione ha nuovamente posto l'accento sulla necessità di mantenere saldi gli strumenti di indagine in materia di intercettazioni, considerati dagli inquirenti essenziali per scoprire e smantellare organizzazioni illecite, soprattutto in contesti dove la corruzione sembra essersi infiltrata nelle istituzioni pubbliche con modalità “seriali”.

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