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Bari
07 Novembre 2024 - 06:54
Il blitz antimafia a Bari "codice interno"
BARI - Nuova battaglia legale nel processo “Codice Interno”, che vede imputati con rito ordinario 15 persone accusate di far parte di un presunto intreccio tra mafia, politica e imprenditoria barese, emerso dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) e della Squadra mobile di Bari. Nel mirino della difesa, le chat estrapolate dai cellulari di Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, e di suo suocero, l’oncologo Vito Lorusso, acquisite al momento del loro arresto lo scorso 26 febbraio.
Gli avvocati degli imputati hanno depositato una memoria per chiedere l’esclusione dal processo di questi atti, considerandoli "inammissibili". Secondo la difesa, infatti, le conversazioni contengono messaggi privati non pertinenti alle accuse, sostenendo inoltre che sarebbero state acquisite in violazione delle norme. L’accusa, però, respinge con forza tali eccezioni, ribadendo la rilevanza delle chat ai fini probatori e sollecitando il Tribunale a inserirle nel fascicolo processuale.
Il processo riguarda, tra le altre imputazioni, lo scambio elettorale politico-mafioso: secondo l’accusa, Maria Carmen Lorusso, ex consigliera comunale e moglie di Olivieri, avrebbe beneficiato del sostegno elettorale di alcuni clan mafiosi locali – i Parisi, Montani e Strisciuglio – in cambio di un presunto compenso versato da Olivieri. Le indagini ipotizzano che il supporto del clan abbia contribuito in modo determinante alla sua elezione nel Consiglio comunale di Bari nel 2019.
La vicenda ha portato a 130 arresti, e la maggior parte degli indagati, tra cui lo stesso Olivieri, ha scelto il rito abbreviato, mentre i due Lorusso hanno optato per il rito ordinario. In aula ieri, presente per la seconda volta anche Maria Carmen Lorusso.
Il prossimo capitolo giudiziario è atteso per il 4 dicembre, quando il collegio deciderà se le chat, contestate dalla difesa e sostenute dall’accusa, potranno o meno entrare a far parte del dibattimento.
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