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L'intervista

«Così cambieremo volto alla nostra terra»

Alfredo Longo, sindaco di Maruggio, parla dell'investimento da 200 milioni per il nuovo resort di lusso Mavilla e delle altre iniziative per alzare la qualità dell'offerta turistica

Alfredo Longo

Alfredo Longo

Duecento milioni di euro per un investimento che promette di cambiare volto alla parte orientale della provincia di Taranto e forse non solo a questa. Un progetto turistico di gran lusso che arriverà ad innalzare vertiginosamente la qualità dell’offerta e, si spera, a migliorare l’approccio culturale del territorio tarantino all’economia dell’accoglienza. Maruggio, uno dei più piccoli comuni della provincia, è improvvisamente balzato alla ribalta internazionale per questa “Mavilla”, il resort che l’imprenditore Nicola Cortese sta per far atterrare a due passi da Campomarino. Una gioia ma anche una grande responsabilità per il sindaco di Maruggio, Alfredo Longo.

«Gazie alla Zes Unica del Mezzogiorno - spiega il sindaco al nostro giornale - siamo riusciti ad ottenere in tempi record questo investimento. Ero incredulo quando ho saputo che in soli quattro mesi avessero approvato un progetto del genere, capace di modificare non solo il futuro di Maruggio ma probabilmente di tutto il versante orientale della nostra Provincia».

Sindaco, vogliamo entrare nel merito di questo progetto?

Da tempo ormai con l’imprenditore che si è avvicinato a Maruggio stiamo discutendo di quali possono essere i dettagli di questa operazione. I lavori probabilmente inizieranno con il campo da golf, perché sono quelli un po’ più lunghi. Ricordo che si tratta di un campo a 18 buche. Il progetto prevede inoltre un nuovo albergo con 70 suite ed altre 35 ville di 150-350 metri quadri e la ristrutturazione della masseria Maviglia, da cui il progetto prende il nome. Tutti interventi pensati da studi internazionali di architettura, come l’Oppenheim di Miami, lo scorso anno vincitore del riconoscimento come miglior studio architettonico di America. Si tratta di interventi perfettamente integrati in quel- la che è la cultura e la storicità architettonica del nostro territorio. La nostra autenticità non si tocca, anzi sarà valorizzata.

Ecco, parliamo dell’imprenditore che ha proposto il progetto.

Nicola Cortese è stato molto garbato e intelligente. Ha interloquito con tutti gli enti prima di elaborare il progetto. Lui inizialmente pensava alla Valle d’Itria, poi gli hanno mostrato il versante orientale ed è rimasto conquistato dalla Masseria Maviglia.

Il campo da golf e questo intervento nel suo complesso possono diventare anche un richiamo internazionale.

Sicuramente il target a cui si riferisce questo intervento è internazionale, credo principalmente americano. Ma l’aspetto più che positivo è che finalmente si riuscirà a mettere in atto la cosiddetta destagionalizzazione. Il campo da golf è uno dei fattori principali per destagionalizzare perché non si gioca a golf ad agosto con i nostri 40 gradi, è più facile giocare da ottobre ad aprile. Quindi quel campo potrà essere utilizzato per almeno 9 mesi all’anno. Voglio aggiungere un’altra cosa: questa non è solo una iniziativa speculativa a scopo turistico. Sono previsti anche importanti interventi in campo agricolo: vigneti, oliveti, ficheti, 20 ettari di macchia mediterranea. Molta attenzione è rivolta alla sostenibilità con impianti fotovoltaici e depuratori che consentiranno di riutilizzare l’acqua per la manutenzione del campo da golf: andrà ad alimentare la falda invece che prosciugarla. Tutto pienamente integrato dal punto di vista paesaggistico.

C’è però un problema, quello della viabilità e dei collegamenti...

La Talsano-Avetrana potrà essere un’importante infrastruttura per giungere a Maruggio anche se i posti più belli a volte sono quelli un po’ più sperduti e per i quali uno deve faticare per arrivarci per poi ritrovarsi in un’oasi. Io ho visitato tanti posti nella mia vita e alcuni me li sono dovuti andare a cercare con difficoltà, ma non ero l’unico ad esserci arrivato. Maruggio è in un momento florido della sua storia, oggi è molto attenzionato da diverse imprese. Con l’aiuto della Provincia e della Regione contiamo che possa migliorare anche la struttura viaria del territorio. Senza dimenticare che il resort Mavilla sarà dotato di eliporto.

Che impatto avrà sull’occupazione questo progetto?

Offrirà cinquecento posti di lavoro per la gestione del resort. Non sarà una struttura chiusa al territorio. Un grande merito dobbiamo riconoscerlo alla famiglia D’Ayala, che ha saputo custodire la Masseria Maviglia e, tra le tante proposte arrivate, ha valutato quella che rappresentava il valore più alto per il territorio.

Oltre Mavilla c’è poi Campomarino, che è già un riferimento turistico estivo.

Sì, e anche su Campomarino ci sono ottimi progetti di sviluppo. Anche qui stanno pervenendo diverse proposte di investimento. Ci sono delle interlocuzioni importanti che probabilmente faranno diventare Maruggio e Campomarino dei punti di riferimento per il turismo pugliese, non solo per la zona balneare ma anche per il nostro entroterra con le sue masserie.

Questo implica maggiore responsabilità anche per l’amministrazione comunale.

Certamente. A Maruggio stiamo assumendo decisioni incisive per creare accoglienza di qualità. Come detto ci sono altri investimenti importanti in arrivo: su Masseria Le Fabbriche c’è un progetto da cinquanta milioni di euro per realizzare foresteria e spa. Altri progetti interessano la Tonnara e Masseria Grazioli.

Il territorio è preparato a questa trasformazione?

La cittadinanza deve formarsi. E anche su questo fronte è in cantiere un progetto privato sulla formazione. Questa è una occasione formidabile per far rientrare i nostri ragazzi che si sono formati nell’alberghiero di Maruggio-Pulsano e sono stati costretti a emigrare per trovare un lavoro adegua- to alle loro aspettative e professionalità. Questo accade – dobbiamo dircelo – perché qui o sono mal pagati o sono assunti solo per brevi periodi. Avere a disposizione risorse umane del posto è un vantaggio anche per chi investe, perché se assumi qualcuno che deve arrivare da fuori gli devi garantire anche un alloggio. Con i nostri ragazzi, invece, questo problema non si pone. Ma c’è di più: i nostri giovani che hanno lavorato fuori, anche all’estero, hanno acquisito una mentalità internazionale, caratteristica fondamentale per lavorare in contesti come quelli che stanno nascendo. Un’altra risorsa importantissima oggi è costituita dagli immigrati: quelli ospitati nello Sprar di Maruggio lavorano tutti. Insomma da qui e per gli anni a venire avremo molto da fare.

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