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Il fatto

"Carcere di Taranto, non si può più perdere tempo"

L'intervento di Pilagatti (Sappe)

Il carcere di Taranto

Il carcere di Taranto

"Ormai le aggressioni ai poliziotti scattano per qualsiasi banale motivazione. L’ultima aggressione già denunciata risale alla giornata di ieri 16 Ottobre in cui un detenuto di circa 30 anni di origini tarantine con pena definitiva per reati contro il patrimonio a cui non era stato autorizzato il ritiro di una coperta portata dai familiari del tipo non consentito dal regolamento penitenziario, si è scagliato all’improvviso e con forza contro un ispettore e due poliziotti che cercavano di spiegare le motivazioni di tale diniego. I tre presi alla sprovvista hanno riportato dei danni che sono stati medicati presso il pronto soccorso del locale nosocomio, e non hanno potuto nemmeno reagire altrimenti avrebbero rischiato loro di essere incriminati". 

Così Federico Pelagatti, segretario nazionale del Sappe.

"Lavorare in un carcere è sempre stato un lavoro molto delicato e pericoloso, ma ultimamente è diventato impossibile a causa della grave carenza di poliziotti penitenziari e degli innumerevoli episodi di violenza e prepotenza da parte dei detenuti nei confronti degli agenti che sanno quando entrano nel penitenziario, ma non sanno quando e come ne usciranno al termine del servizio.

Poiché la situazione è diventato non più sostenibile, il SAPPE insieme ai poliziotti penitenziari sta valutando di organizzare delle forme di protesta molto dure  così come fatto dai colleghi francesi che hanno messo a soqquadro le carceri al fine di mettere di fronte alle loro responsabilità le istituzioni a partire dalla politica che non può sempre lavarsene le mani".

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