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I fedeli in processione, i malviventi danno alle fiamme l'auto del Comandante dei Vigili

Il Sindaco di Minervino Murge: "grave e vile atto intimidatorio". Il Vescovo: "fuori da ogni logica civile e cristiana"

Auto in fiamme in via Dante - foto Francesco Manfuso

Auto in fiamme - archivio

BAT - L’intera comunità di Minervino Murge è scossa dal grave episodio che ha colpito il Comandante della Polizia Locale, Ignazio Cicolella, la cui auto è stata incendiata il 30 settembre 2024, in coincidenza con la giornata conclusiva dei festeggiamenti dei Santi Patroni. Un vile gesto che ha suscitato forti reazioni sia dalle autorità civili che religiose.

Monsignor Luigi Mansi, Vescovo della diocesi di Andria, che comprende anche Minervino Murge, ha espresso la sua vicinanza al Comandante Cicolella, sottolineando come l’episodio si sia verificato mentre la città era riunita in preghiera durante la processione. In un messaggio sentito, il Vescovo ha definito il gesto "fuori da ogni logica civile e cristiana", esortando a non abbassare la guardia e a rafforzare la vigilanza contro simili atti di violenza. Mons. Mansi ha poi ricordato che, in momenti come questi, non si deve lasciare sola la persona colpita, che va sostenuta nella sua umanità, al di là del ruolo istituzionale che ricopre. Infine, ha affidato l’intera comunità all’intercessione di Maria Santissima del Sabato e di San Michele Arcangelo.

Allo stesso tempo, la Sindaca di Minervino Murge, Maria Laura Mancini, ha condannato duramente l’attacco, definendolo un "grave e vile atto intimidatorio". Nel suo comunicato ufficiale, ha ribadito che questo gesto rappresenta un tentativo di destabilizzare i valori di legalità e coesione sociale che caratterizzano la città. La Sindaca ha assicurato che l’episodio non intimidisce la comunità, ma al contrario rafforza la determinazione a difendere la legalità. Ha inoltre già chiesto la convocazione urgente del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza del territorio e assicurare i responsabili alla giustizia.

Le voci della Chiesa e delle istituzioni locali si uniscono in una condanna ferma e decisa, mentre la comunità si stringe attorno al Comandante Cicolella, confermando la volontà di non piegarsi di fronte alla violenza e di continuare a difendere la serenità e il rispetto reciproco che sono pilastri del vivere civile.

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