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16 Settembre 2024 - 16:16
Il dumping contrattuale
Il dumping contrattuale negli appalti è una pratica in cui un'impresa vincitrice di un appalto offre un prezzo particolarmente basso, spesso insostenibile, per aggiudicarsi il contratto, salvo poi ridurre i costi attraverso l'adozione di condizioni di lavoro non adeguate per i dipendenti. Per esempio, si fa riferimento ai salari inferiori rispetto a quelli previsti dai contratti collettivi nazionali, alle ore di lavoro non pagate o a minori garanzie rispetto a quelle stabilite dalle norme.
Ci sono diverse norme che vengono spesso previste anche a livello regionale contro queste situazioni. La Regione Puglia ha recentemente varato una legge per contrastare il dumping contrattuale negli appalti pubblici, una pratica che può compromettere la qualità dei lavori e le condizioni di lavoro. Nell'ambito di questa nuova normativa viene ribadita l'importanza della capacità finanziaria delle imprese che partecipano ai bandi di gara – caratteristica certificata da una precisa documentazione (per approfondire suggeriamo di leggere l'articolo che tratta la classificazione SOA sul sito SoaSemplice.it) – e si mira a prevenire il fenomeno del dumping, assicurando che solo le imprese realmente qualificate e finanziariamente solide possano competere per gli appalti, proteggendo così sia i lavoratori sia la qualità delle opere pubbliche.
La nuova normativa introdotta in Puglia viene applicata ai contratti di appalto e concessione che sono gestiti sia dalla Regione che dagli enti locali in generale, con l'obiettivo di assicurare delle condizioni lavorative maggiormente dignitose.
La legge approvata da poco tempo in Puglia ha l'obiettivo di rafforzare i controlli nei cantieri e in generale in tutti i luoghi di lavoro, per assicurare una tutela più efficace per i lavoratori stessi. Nello specifico, le stazioni appaltanti, nel caso dei subappalti, devono rispettare in maniera rigorosa le regole previste dal nuovo Codice degli appalti. È stata poi introdotta una pianificazione dettagliata per l'acquisto di forniture e servizi, oltre che per l'esecuzione dei lavori, per ottimizzare le risorse e i mezzi a disposizione.
Un aspetto rilevante della legge riguarda i criteri premiali per la valutazione delle offerte nell'ambito dei contratti di appalto. Questi criteri premiano le imprese che mostrano di impegnarsi concretamente per il miglioramento della qualità nel lavoro di ogni giorno e per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Per esempio, nei contratti con una elevata intensità di manodopera, le aziende devono impegnarsi a fornire una descrizione precisa della struttura organizzativa, delle attrezzature a disposizione e delle risorse umane, con la garanzia della parità di trattamento, sia dal punto di vista normativo che economico.
Nei contratti che si basano su un'offerta più vantaggiosa dal punto di vista economico, si considerano criteri di qualità specifici, come l'organizzazione delle attività basata sul benessere, sulla salute e sulla sicurezza, oltre all'adozione di misure sostenibili per l'aspetto energetico e per quello ambientale. Altri criteri sono rappresentati dalle politiche per l'occupazione giovanile e dalle pari opportunità.
La V Commissione ha anche presentato un emendamento importante, che ha permesso di aggiungere tra questi criteri l'obbligo di garantire un trattamento economico minimo su base oraria di almeno 9 euro lordi. Un altro emendamento ha aggiunto la presenza di spazi gioco e servizi educativi all'interno delle imprese appaltanti come altro criterio premiante.
È stato poi istituto un comitato a carattere regionale per monitorare la qualità del lavoro. Questa realtà avrà il compito di mettere a punto un rapporto annuale in riferimento alla sicurezza nelle imprese, che dovrà essere inviato al comitato regionale che si occupa del coordinamento per la salute e per la sicurezza in ambito lavorativo. Al centro della nuova legge regionale in Puglia, quindi, c'è il carattere della qualità che, unito alla sicurezza, si pone come criterio per determinare le imprese virtuose.
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