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Il caso
02 Settembre 2024 - 15:48
Una veduta aerea di Bari
BARI - “Era inevitabile: a fine agosto si tirano le somme della stagione estiva e Federalberghi attacca l’ormai temuto comparto extralberghiero accennando a presunte discrepanze tra le presenze dichiarate dagli alberghi e quelle di tutto il comparto extralberghiero. Ma sono stime e conti che non tornano”.
Parla Cinzia Capozza presidente di Aep, associazione extralberghiero Puglia e vice presidente nazionale di Fare, la federazione della ricettività extralberghiera.
“Il nostro mantra è maneggiare i dati con cura, ma sono pochi a farlo – prosegue Capozza -. L’imposta di soggiorno, richiesta al turista che sceglie le strutture alberghiere, a Bari parte da 4 euro al giorno, con una differenza di 2 euro rispetto alla tariffa d’imposta giornaliera richiesta all’ospite che sceglie le strutture extralberghiere; tariffe approvate dalla giunta Decaro con la delibera 640 del 24 agosto 2023. Attraverso una nota, Caizzi dichiara registrati 570mila pernottamenti negli alberghi. Pernottamenti che avrebbero dovuto produrre circa 2.280.000 euro di imposta di soggiorno, non certo quindi solo 1,4 milioni di euro che dichiara, e Caizzi aggiunge che i conti non tornano rispetto a quanto versato nelle casse comunali dal comparto extralberghiero. Si permette di dire, inoltre, che la categoria possa attivare ‘altri strumenti poco ortodossi per produrre ancora evasione fiscale e danno erariale’. Volendo ignorare di proposito le dichiarazioni lesive e diffamanti per la categoria che non meritano repliche, l’onestà verso i media e i lettori ci porta a dire che le moltiplicazioni mal spiegate e i valori assoluti mal calcolati fanno male al principio di informazione e al Brand Puglia tutto.
Per esempio: Federalberghi ricorda che le strutture extralberghiere a conduzione familiare possono esercitare attività di ricettività 270 giorni all’anno? Se non lavori non incassi neanche l’imposta di soggiorno”.
“Quanto alle presenze e ai flussi turistici della stagione estiva 2024, ci sentiamo di dare ragione al Codacons – dichiara Capozza – che in una nota del primo settembre indicava che il 45% degli italiani non ha potuto permettersi di andare in vacanza. In Puglia, a campione, abbiamo registrato un calo di presenze di circa il 20% rispetto all’anno scorso nel trimestre estivo. E ci sentiamo sinceri e affidabili anche sulla scorta di quanto riferito da un operatore del call center di Booking.com a una nostra associata allarmata dal calo prenotazioni. A lei è stato spiegato che c‘è un problema generalizzato che riguarda l’Italia. Soprattutto dal Sud si è deciso di trascorrere le vacanze in Albania dove i servizi non sono competitivi, ma le località di maree montagna sono comunque attraenti e a prezzi contenuti”.
“Il crollo del potere d’acquisto degli italiani –prosegue la presidente di Aep - è qualcosa su cui intervenire con urgenza. Le campagne diffamatorie contro la nostra regione, anche nella stagione 2024, hanno poi prodotto il dirottamento verso altre destinazioni di mare all’estero ugualmente seducenti. C’è un altro elemento fondamentale che ha inficiato le performance pugliesi e nazionali: quella ostinazione a urlare contro il compartonon-alberghiero tout-court. Un comparto che incassa e rende allo Stato l’imposta di soggiorno e che oggi è arrivato a pesare più del doppio della ricettività alberghiera: piaccia o no questo è un dato oggettivo”.
Infine conclude Capozza: “Da anni chiediamo di rivedere le norme dell’accoglienza turistica e assistiamo all’incapacità delle istituzioni a convocare le rappresentanze quotate e autorevoli dei 2 terzi dell’accoglienza ricettiva pugliese: il compartoextralberghiero. Una miopia dettata forse dalla paura di sentire direttamentela voce del territorio. Una voce onesta, competente e affidabile, non legata a nessun colore politico”.
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