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Il caso

Botta e risposta tra Pd e Fratelli d'Italia sugli investimenti nel Sud Italia

Al centro del contendere le modifiche apportate dal ministro Fitto al sistema di agevolazioni delle Zone Economiche Speciali

Raffaele Fitto

Raffaele Fitto

Un acceso dibattito politico è divampato tra i deputati pugliesi del Partito Democratico e il Governo Meloni riguardo al futuro degli investimenti nel Sud Italia. Claudio Stefanazzi, Ubaldo Pagano e Marco Lacarra, parlamentari del PD, hanno lanciato un allarme sulle possibili conseguenze di un presunto pasticcio legislativo che potrebbe compromettere numerosi investimenti pluriennali nel Mezzogiorno.

In una nota congiunta, i deputati hanno criticato le modifiche apportate dal ministro Fitto al sistema di agevolazioni delle Zone Economiche Speciali (ZES). Secondo i parlamentari del PD, queste modifiche avrebbero creato un "buco" temporale, lasciando scoperti fiscalmente i progetti di investimento avviati nel 2023 e completati nel 2024. "Il rischio è perdere tante occasioni di rilancio economico e occupazionale nel Mezzogiorno a causa di un vuoto normativo. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare affinché il Governo chiarisca e intervenga il prima possibile per scongiurare questa eventualità," hanno dichiarato Stefanazzi, Pagano e Lacarra.

La risposta dal Governo non si è fatta attendere. In una nota a firma dei deputati di Fratelli d'Italia Dario Iaia ed Erio Congedo, è stato negato che ci sia confusione o cambiamenti dannosi nelle agevolazioni fiscali. "La confusione non esiste e viene solo ventilata da chi non conosce la misura e non ha a cuore il Sud e gli investimenti. Il credito di imposta sostiene gli investimenti attivati entro novembre 2024 e che possono essere completati entro i due anni successivi. Non è cambiato il sistema del credito di imposta rispetto al passato," ha precisato la nota, aggiungendo che gli investimenti pluriennali possono essere sostenuti anche da altri strumenti nazionali o regionali. Inoltre, il decreto del credito di imposta ammette tutti gli investimenti avviati a partire da gennaio 2024, senza creare alcun vuoto normativo.

La questione è destinata a rimanere al centro del dibattito politico nelle prossime settimane.

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