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Il caso
06 Luglio 2024 - 10:14
Massimo Giove
È una commedia dell’assurdo quella che sta andando in scena a proposito dello stadio Iacovone e della annunciata decisione - nelle ultime ore - della società di calcio del Taranto di trasferirsi altrove. Una decisione ufficializzata con una lettera nella quale si afferma che «una volta completato il ritiro precampionato di Viggiano, in programma dal 18 luglio al 2 agosto, (la società, ndr) provvederà a trasferire definitivamente il proprio staff ed i propri calciatori in una sede alternativa che il club sta predisponendo per la prossima stagione sportiva che è alle porte». Una decisione che arriva dopo una lunga serie di peripezie, ultima in ordine di tempo alla quale al società fa riferimento è la mancata sottoscrizione, da parte del Comune, della concessione d’uso dello stadio per il nuovo campionato, nonostante le reiterate richieste della stessa società. Una difficoltà evidentemente legata alla incertezza sulla possibilità di utilizzare lo Iacovone.
Una decisione, quella di trasferirsi in altra sede, che tuttavia se è comprensibile per lo sfinimento alla quale la società di Massimo Giove è stata costretta da questi anni di assoluta incertezza, rischia di risultare intempestiva alla luce di almeno due considerazioni. La prima: su richiesta del commissario straordinario Massimo Ferrarese, la prossima settimana, presumibilmente venerdì, si riunirà la Commissione per i pubblici spettacoli che dovrà decidere sulla possibilità che il Taranto possa disputare le partite allo Iacovone mentre saranno in corso i lavori di rifacimento dello stadio. Certo, è una possibilità remota se si considerano la complessità dei lavori che dovranno essere realizzati e lo scarsissimo tempo a disposizione. In ogni caso, una risposta ufficiale arriverà tra una settimana e attendere ancora qualche giorno dopo quattro anni lasciati cadere nel nulla non sarebbe la fine del mondo.
Ma c’è un aspetto ancora più importante che, per indice di concretezza, supera il problema dello Iacovone. Lunedì, infatti, Massimo Ferrarese presenterà al comitato organizzatore il nuovo masterplan. E in questo masterplan sono inclusi i lavori di adeguamento dello stadio di Massafra per una cifra di 2,5 milioni di euro e realizzabili nel giro di pochi mesi. A lavori completati si avrebbe a disposizione uno stadio con una capienza di circa cinquemila spettatori. A una manciata di chilometri da Taranto. Potrebbe essere la soluzione giusta per alleviare i disagi e consentire al Taranto e ai tifosi di non emigrare altrove, soprattutto se quell’altrove è meta logisticamente improponibile come Castel di Sangro.
La soluzione sarebbe nel buon senso e nella disponibilità di tutte le parti in causa a superare l’ostacolo. La delusione di Giove è senz'altro legittima, ma agire d’impulso rischia di essere controproducente.
Certamente, se dall’agosto 2019, dall’atto dell’assegnazione dei Giochi del Mediterraneo a Taranto, si fosse agito con più speditezza e con maggiore senso di responsabilità probabilmente non saremmo arrivati a questo punto, soprattutto se non ci si fosse intestarditi su progetti fumosi nei quali lo stadio appariva soltanto come un pretesto per costruire altro tutt’intorno. Di tempo se ne è perso fin troppo, ma va detto che nell’ultimo anno - dal momento dell’insediamento del commissario straordinario - si è finalmente riusciti ad avere un progetto definitivo per lo Iacovone e una soluzione alternativa a portata di mano. Ora occorre soprattutto dialogo e buon senso. Decisioni affrettate rischiano di generare solo altra confusione. Evitiamo altre umiliazioni. Lo meritano i tifosi, lo merita la città.
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