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28 Giugno 2024 - 17:03
Una nave militare - archivio
Un’operazione giudiziaria ha portato alla luce una rete di corruzione e contrabbando all’interno della Marina Militare Italiana.
Quattro militari, tra cui tre ufficiali e un sottoufficiale, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora, mentre per un ufficiale libico è stato disposto l’arresto in carcere. Le accuse, pesanti e dettagliate, comprendono contrabbando di sigarette, imbarco arbitrario di merci illegali, corruzione e falso ideologico.
Gli ufficiali italiani, due originari del Tarantino, uno della provincia di Brindisi e il sottoufficiale della BAT (Barletta-Andria Trani), sono accusati di aver partecipato a un traffico illecito durante la missione internazionale "Operazione Mare Sicuro" svolta nel porto di Tripoli tra il 14 dicembre 2017 e il 28 marzo 2018. Gli indagati avrebbero organizzato il trasporto e l’introduzione in Italia di circa 300 chilogrammi di tabacco lavorato estero di contrabbando, destinati a membri della Marina Militare Italiana e a persone esterne.
La nave Capri della Marina Militare Italiana, impegnata nella missione "Mare Sicuro", è stata utilizzata come mezzo per il trasporto delle merci di contrabbando. Durante la permanenza nel porto di Tripoli, gli ufficiali in servizio avrebbero coordinato l'imbarco e il trasporto del carico illecito verso il porto di Brindisi, dove la nave è approdata definitivamente il 14 maggio 2018. Tra le merci contrabbandate figuravano non solo le sigarette, ma anche altri beni procurati sul mercato locale dall'ufficiale libico, attualmente detenuto.
Secondo l’accusa, l’ufficiale brindisino avrebbe raccolto i fondi necessari per acquistare il carico di contrabbando a Tripoli attraverso fatturazioni per operazioni inesistenti, facendole figurare come forniture di beni e servizi per la nave. Questo denaro sarebbe stato riciclato da società libiche vicine all’ufficiale libico, con il quale si ritiene esistesse un accordo corruttivo.
Oltre ai quattro militari italiani e all’ufficiale libico, l’inchiesta ha coinvolto altre tre persone, tra cui un altro membro delle forze armate e due parenti dell’ufficiale brindisino, che avrebbero supportato il trasporto e la custodia delle sigarette di contrabbando. La Guardia di Finanza di Brindisi, che ha condotto l’indagine, ha notificato agli indagati un’ordinanza di misure cautelari personali e reali.
Le accuse di contrabbando e corruzione coinvolgono non solo gli interessi nazionali, ma anche la credibilità delle missioni internazionali. Gli sviluppi delle indagini saranno seguiti con grande attenzione, mentre le autorità competenti lavorano per chiarire ulteriormente i dettagli e accertare tutte le responsabilità.
In attesa di ulteriori sviluppi, la giustizia farà il suo corso per stabilire le responsabilità e garantire che episodi simili non possano più minare la fiducia nelle istituzioni e nelle forze armate.
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