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Le crisi

Ex Ilva e Leonardo, doppio fronte

Le preoccupazioni della Fim Cisl

L'ex Ilva e Leonardo Grottaglie

L'ex Ilva e Leonardo Grottaglie

«Gli ultimi avvenimenti non fanno altro che confermare quanto drammatica sia la condizione degli impianti che hanno ereditato i commissari: c'è la necessità di un cambio di passo con la gestione Morselli. L'ultimo incidente impiantistico, quello della tubiera, dimostra che impianti di quella portata non potevano essere gestiti con quella "non voglia" di metterli a posto e di farli produrre». E' il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D'Alò, ad intervenire in merito all'ex Ilva.

«Noi speriamo - aggiunge - che la gestione commissariale sia in grado, con le risorse che e nei tempi che ha, di poter realizzare il "cambio di passo" che serve se si vogliono vendere quegli impianti in gara. Gli impianti devono essere messi in condizione di produrre: il mercato deve tornare negli stabilimenti dell'Ilva, non solo in quello di Taranto, ma bisogna fare un lavoro lungo e complicato che ha iniziato anche con l'interlocuzione con i sindacati. Noi vorremo monitorare tutto ciò che c'è stato promesso proposto durante l'ultimo incontro avuto in Confindustria Roma e aspettiamo di avviare le procedure per la cassa integrazione che coprirà tutte queste procedure. Nel frattempo speriamo che i player che dalla metà di maggio devono affacciarsi nello stabilimento possano prendere coscienza di un impianto che ha delle potenzialità ma che sicuramente va rilanciato».

A soffermarsi sull'altra grande crisi del territorio, quella che ruota attorno allo stabilimento Leonardo di Grottaglie, è Michele Tamburrano, segretario generale della Fim Cisl Taranto-Brindisi. «Siamo consapevoli che il passare del tempo sicuramente accresce la preoccupazione fra i lavoratori e abbiamo fatto tutti i passi necessari affinché ci sia un incontro al più presto sia con la Leonardo sia con la presenza della Regione Puglia, ma siamo altrettanto consapevoli che fare un incontro per "prendere semplicemente un caffè" non sia la cosa giusta» dichiara. «Aspettiamo i tempi per avere delle soluzioni e per dare ai lavoratori delle certezze su come andiamo ad affrontare questo scarico che ormai è consolidato». L'obiettivo è quello di «costruire un percorso che non sia doloroso per i lavoratori» di concerto con azienda e istituzioni.

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