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L'intervento
10 Maggio 2024 - 11:58
Michele Emiliano
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha testimoniato oggi davanti alla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Chiara Colosimo. L'audizione si è concentrata sulle recenti inchieste che hanno coinvolto presunte infiltrazioni nel territorio pugliese e sull'indagine che ha portato alla Commissione di accesso al comune di Bari.
Emiliano ha richiamato il suo passato di magistrato nel processo Dolmen, sottolineando che Antonio Capriati è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Vincenzo Tesse. Questo passato ha influenzato profondamente la sua carriera politica, portandolo a candidarsi come sindaco di Bari nel 2004 con l'obiettivo di trasformare l'azione penale in un'azione di "antimafia sociale".
"Quando sono diventato sindaco nel 2007", ha dichiarato Emiliano, "ho istituito un'agenzia per la lotta non repressiva alla mafia. Da allora abbiamo reso obbligatoria la costituzione di parte civile del Comune nei processi contro la mafia e abbiamo destinato al Comune 140 immobili confiscati alla mafia in 20 anni. In una di queste case confiscate ai Capriati, ora c'è un'associazione attiva in piazza San Pietro a Bari Vecchia".
Il governatore ha poi affrontato le polemiche suscitate da un presunto incontro con la sorella del boss Antonio Capriati dopo minacce rivolte a un ex assessore del comune di Bari da affiliati al clan. Emiliano ha chiarito che l'incontro citato durante una manifestazione pubblica aveva lo scopo di sottolineare che "l'aria" a Bari "era cambiata" e di imporre il rispetto delle regole nel territorio.
"Quell'incontro", ha precisato Emiliano, "non era per chiedere protezione come qualcuno sostiene in maniera strumentale. Era un'azione come altre volte compiute per far capire che le regole le facevamo noi, non più loro a piazza San Pietro. Anche il rilascio degli immobili confiscati è stato oggetto di questa conversazione".
In merito alla presenza o meno del Sindaco di Bari Antonio Decaro all'incontro con la sorella del boss, Emiliano ha detto: “Non escludo di aver dato dettagli sbagliati” durante il mio intervento sul palco e “se il sindaco di Bari Antonio Decaro dice di non essere stato presente probabilmente ha ragione lui. Io però ricordo un episodio simile accaduto in piazza della Cattedrale, Antonio Decaro mi disse 'vedi quelli sono stati', con riferimento all’episodio” delle minacce a lui rivolte. “Io affrontai questi ragazzi e dissi 'questo ingegnere è il mio assessore quindi non toccatelo, lasciatelo lavorare'. Lo stesso discorso che facevo a tutti”. E ha aggiunto: “Non siamo andati dalla polizia perché il racconto di Antonio Decaro non conteneva notizie di reato”.
Il presidente Emiliano ha concluso ribadendo il suo impegno per un'amministrazione trasparente e determinata nel contrasto alla mafia e alle infiltrazioni criminali nel tessuto sociale della Puglia. La sua testimonianza è stata volta a chiarire le intenzioni e le azioni del suo governo, proponendo una visione di governance fondata sul principio del rispetto delle leggi e della legalità.
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