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L'intervento

«Smascherati i bluff del Movimento 5 Stelle e di Azione»

La riflessione del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia

La sede del Consiglio regionale pugliese

La sede del Consiglio regionale pugliese

“La mozione di sfiducia non è servita, purtroppo, a liberare i pugliesi del governo Emiliano, ma finalmente ha fatto chiarezza su chi sta con lui e chi non sta. A fare un’operazione verità che ha fatto cadere la maschera al Movimento 5 Stelle e ad Azione. Il bluff dei grillini filo Emiliano è stato ancora più visibile: i quattro consiglieri sono tornati a sedersi nei banchi dell’opposizione, ma poi non solo non hanno votato la nostra mozione, ma si sono espressi fermamente contro! Quindi affermando indirettamente che quello che è venuto a fare il loro leader Conte a Bari è solo una recita, è evidente che sono pronti a tornare in maggioranza e a riprendersi gli incarichi. Altrimenti perché salvare Emiliano?".

È quanto si legge nella nota diffusa dal gruppo consiliare di Fratelli d'Italia dopo la chiusura della seduta del Consiglio regionale.

“Ma la mozione - scrivono i Consiglieri regionali di FdI - è servita anche a svelare il doppiogiochismo di Azione: di lotta sulla stampa e di governo votando a favore di Emiliano, ma lasciando intravedere un ‘ricatto’ continuo. Ci chiediamo se il loro leader Calenda sia davvero a conoscenza di quello che fanno i tre consiglieri regionali.

Infine, per ore abbiamo ascoltato prima i consiglieri di maggioranza e poi il presidente Emiliano fare, come è solito fare il centrosinistra, lezioni di legalità. Ma, forse, sfugge a tutti che a dare lezioni di legalità a Emiliano non siamo stati noi, ma i leader nazionali del centrosinistra: a cominciare dal segretario nazionale del Pd, Schlein, a quello dei Verdi, Bonelli, e della Sinistra Fratoianni, passando dal capo del Movimento 5 Stelle, Conte. Sono stati tutti loro che hanno messo in discussione Emiliano e chiesto discontinuità, il grillino Conte addirittura un patto per la legalità e l’istituzione di un nucleo ispettivo. E tutto questo cosa ha prodotto? Il defenestramento dell’ex assessore Maraschio con un sms. Anche in questo caso non siamo stati noi a chiedere rimpasti.

Noi, di fronte a tutte le inchieste della magistratura, abbiamo preferito restare in silenzio, rispettosi delle persone coinvolte e dei magistrati che stanno indagando. Ma non possiamo restare in silenzio contro i soprusi proprio sul piano della legalità che l’opposizione subisce quando il capo di gabinetto, Catalano, da un mese non ci dà i progetti che avete presentato per i Fondi di Sviluppo e Coesione, quando chiediamo le carte alle Agenzie e non ce li danno. Questa è la legalità che, nel rispetto del ruolo di controllo che spetta alla minoranza, chiediamo e pretendiamo!”.

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