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Il Siderurgico/L'incontro a Roma
29 Aprile 2024 - 16:55
I sindacati prima dell'incontro
Gli Altiforni 1 e 4 dello stabilimento siderurgico di Taranto saranno sostituiti da due forni elettrici che entreranno in funzione nel secondo semestre 2027, mentre resterà in attività l'Altoforno 2. L'inizio della costruzione dei due forni elettrici è prevista per il primo semestre del 2025. Afo/4 - oggi l'unico altoforno attivo - comunque dovrebbe essere mantenuto fino al 2030.
A dichiararlo - secondo fonti sindacali - il commissario di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria Giovanni Fiori durante l'incontro a Palazzo Chigi con Governo e sindacati metalmeccanici. Il vertice è in corso. Ai sindacati il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato che nella seconda metà di maggio sono state programmate visite in azienda di società che hanno manifestato interesse per l'acquisto dell'ex Ilva.
Al momento l'ex Ilva è in "marcia ridottissima", hanno fatto sapere i sindacati, con Afo/1 e Afo/2 fermi per manutenzione. Afo/5 - il più grande - è fermo da marzo 2015 e per rimetterlo in funzione ci vorrebbero dai due ai tre anni.
"Come FIM abbiamo ribadito la necessità di approfondire nel dettaglio il piano presentato nelle prossime settimane, oltre che consentire alle parti sindacali un confronto nei prossimi mesi al fine di presentare un programma industriale di sviluppo del futuro gruppo siderurgico, anche dopo l’ingresso di nuovi soggetti imprenditoriali, in grado di garantire livelli occupazionali e volumi produttivi al pari di quanto conseguito nei momenti migliori e nelle condizioni di maggiore sostenibilità ambientale". Così il segretario nazionale dei metalmeccanici della Cisl, Ferdinando Uliano.
"Non siamo più disponibili a discutere di piani di lungo periodo, noi abbiamo un piano che deve essere applicato ed è quello del 2018 e per poterlo realizzare servono le risorse" ha detto il segretario generale della Fiom Cgil Michele De Palma, uscendo da Palazzo Chigi. "Il governo ci ha detto che sono in via di intervento per 150 milioni e in più i 320 milioni del prestito, che devono essere autorizzati dalla Commissione Ue. Ma il tempo che è passato finora è stato fin troppo, i 320 milioni servivano subito. Queste risorse non bastano, le nozze con i fichi secchi non si fanno", ha detto De Palma.
"Oggi, a Palazzo Chigi, la nostra delegazione è stata ricevuta dai Ministri Urso e Calderone, accompagnati dal sottosegretario di Stato Mantovano. Presenti anche i Commissari incaricati a dirimere la vertenza Ex Ilva. L'incontro aveva la finalità di presentare una bozza in termini generali del cosiddetto piano industriale e di rilancio di Acciaierie d'Italia, spiegando nel merito il punto di partenza della gestione dei commissari, resa complessa dalle scelte industriali e commerciali che hanno interessato gli stabilimenti di Acciaierie d'Italia e che hanno portato ai minimi termini la produzione che si attesta a 1 milione e 600mila tonnellate.
Il Governo ed i Commissari hanno quindi spiegato l'intenzione di creare le condizioni per far marciare due impianti entro fine agosto, portandoli a 3 in marcia entro il 2025 e quindi facendo salire la produzione a 6 milioni di tonnellate di acciaio all'anno. In tale contesto, viene affrontato anche il tema del futuro degli stabilimenti Ex Ilva, nel quadro della transizione ecologica europea, dove l'indicazione è quella della costruzione di 2 forni elettrici, con l'obiettivo di mantenere invariato il target produttivo di 6 milioni di tonnellate, un numero ben al di sotto degli obiettivi sottoscritti nel 2018. Emerge con altrettanta chiarezza che viene escluso in tale percorso il rifacimento dell'altoforno 5.
Per USB, bisogna entrare subito nel merito degli argomenti trattati oggi, mettendo giù con chiarezza una ipotesi organica di metodo di discussione e di programmazione delle scelte industriali oggi trattate solo superficialmente. Bisogna soprattutto parlare dei lavoratori e del modo in cui si affronta il piano di garanzia e messa in sicurezza di tutti i lavoratori, anche dei 1700 lavoratori di Ilva in AS oggi lasciati fuori dalla discussione. Stesso discorso per i lavoratori dell'appalto su cui anche oggi abbiamo chiesto conto al Governo. USB ha già fornito delle proposte concrete, a previsione di impatti occupazionali pesanti. Per noi, l'intervento va prodotto prima, garantendo regole innovative sul diritto al riconoscimento di lavoro usurante, l'amianto, l'accompagnamento alla pensione. La sostanza è che questa bozza di piano industriale apre il tema dei lavoratori e di come gestirli, lo diciamo con estrema chiarezza. Il Governo risponda alle proposte presentate da USB, per trovare soluzioni a lavoratori in carne ed ossa che in questo momento stanno facendo la fame e che non possono aspettare i tempi lunghissimi prospettati di realizzazione di questo piano industriale tutto da verificare".
Questa la nota diffusa da Usb.
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