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La Festa

25 aprile: i messaggi per celebrare la Liberazione

Le parole di partiti e istituzioni

25 aprile: i messaggi per celebrare la Liberazione

Ricorrenza del 25 aprile, Festa nazionale della Liberazione.

Raffaele Bagnardi, ex Sindaco di Grottaglie, ci invita a riflettere sul senso civico e sul significato di questa commemorazione nazionale. Ponendo per sé e per tutti un'interrogativo.

«Oggi, la domanda giusta è "cosa dobbiamo sentirci ed essere: cittadini, partigiani o patrioti"?

Cittadino è colui che già ha una Patria e la difende.

Partigiano è colui che si schiera a favore di un'idea e ad essa si dona.

Patriota è colui che non ha ancora una Patria e l'anela.

Per cui, senza mai dimenticare la nostra storia, io oggi mi sento e sono un "cittadino", che si riconosce nella Costituzione italiana, repubblicana e antifascista.

Un "partigiano" che sposa i valori assoluti della libertà individuale e della giustizia sociale».

E pure, nell'attuale cammino di civiltà, mi sento e sono un "patriota" dell'Europa Unita nelle Nazioni.

Raffaele Bagnardi

Cesareo: «Ricordare ed attuare sempre i valori fondanti della nostra democrazia»

Il Presidente della Camera di commercio di Brindisi - Taranto, Vincenzo Cesareo, ed il Vice Presidente, Franco Gentile hanno partecipato stamani, su gradito invito di S.E. Prefetto di Brindisi, dott. Luigi Carnevale alla Cerimonia commemorativa del 79° Anniversario della Liberazione presso il Monumento ai Caduti a Brindisi.


«Il 25 aprile resta data fondamentale per il nostro Paese, a imperituro ricordo della liberazione dall'oppressore nazista e dal fascismo - ha commentato Cesareo. Rappresenta, pertanto, un grande onore poter essere presenti come Ente camerale alle celebrazioni ed all'omaggio alla memoria dei caduti della nostra Resistenza».

«Insieme al Presidente ed agli Organi della Camera di commercio ringraziamo S.E. il Prefetto di Brindisi - ha detto Gentile.  È un dovere celebrare ed attuare sempre, in ogni azione privata e pubblica, i valori fondanti della nostra democrazia che oggi ricordiamo con le Istituzioni e la cittadinanza».
Pd Pulsano: Il 25 aprile è memoria
Il 25 aprile è o dovrebbe essere "semplicemente" la festa della Liberazione dal nazifascismo. Un momento di memoria storica condivisa. Ancora oggi per una parte consistente di italiani è invece una festa "comunista". Ma così si travisa la verità storica. 
È la festa dell'antifascismo. L'antifascismo era un fronte ampio, che comprendeva cattolici, comunisti, socialisti, repubblicani, liberali, azionisti. E' da quel l'alleanza che nasce la nostra Costituzione. E' il giorno in cui si celebra la morte della dittatura e la nascita della democrazia. 
Però bisogna almeno aprire i libri di storia altrimenti la si può agevolmente buttare in caciara, come succede da tempo a vari livelli.
L'antifascismo era dunque un fronte ampio e la "costituzione più bella del mondo" nasce da lì. Il problema vero, forse, è che le destre italiane tutt'ora non si riconoscono appieno nei valori costituzionali. Tutto nasce da lì. Quei valori che nascono proprio dalla lotta al nazifascismo. In tv e sui giornali è sempre la stessa solfa. La differenza tra libertà e Liberazione. Le testimonianze di chi c'era, per forza di cose sempre più rare. L'indifferenza. Il revisionismo.
E' difficile raccontare la Festa della Liberazione. 
Sempre di più, e lo sarà sempre di più. 
Proviamo a partire dalle basi, che altro non sono se non i fondamenti del nostro vivere civile. 
Il 25 aprile non è un'opinione, è l'anniversario della Liberazione d'Italia, è la festa nazionale della Repubblica Italiana che celebra espressamente la fine dell'occupazione nazista e del regime fascista. E' storia.
Non è quindi la festa di una vaga generica "libertà" slegata dalla giustizia sociale, come qualche distratto ciclicamente prova a raccontare. 
Non ci sarebbe stata libertà viva, fondante, in Italia senza Liberazione, senza quel senso di affrancamento dal fascismo e dalla guerra che ne è conseguita. Non diciamo nulla di nuovo. 
Ma il 25 aprile è l'evento fondativo della Repubblica italiana. Non è folklore, è memoria. Anno dopo anno, purtroppo, sembra quasi che la memoria sia più fragile, e che si festeggi con uno schema sempre più assurdo, da "par condicio", dove alle celebrazioni non viene mai fatta mancare una feroce critica alle stesse, ispirandosi sempre più "all'indifferentismo, come se il 25 aprile non ricordasse alcunché di particolare". 
Giorgio Bocca, partigiano, diceva che "la metà degli italiani è fascista". Forse non è più vero, forse ormai metà degli italiani semplicemente "non è antifascista": un problema ugualmente grave. 
Trent'anni fa solo la destra estrema e inguardabile attaccava questa giornata: ora è in "buona" compagnia. Ci sono sindaci di centrodestra che negano la piazza, perché trattasi di "festa divisiva". 
E poi si mettono sullo stesso piano nazifascisti e partigiani, perché "bisogna ricordare i caduti di tutte le nazioni".
L'unica divisione che il 25 aprile fa - intrinsecamente - è tra fascisti e antifascisti. Tertium non datur. 
Definirsi antifascisti e dirsi italiani è la stessa cosa. Il fascismo è una, anzi è "la" vergogna indelebile nella nostra storia. 
C'è chi attacca la Festa della Liberazione e la lotta partigiana con ogni pretesto. Replicare e infilarsi dentro alle polemiche significherebbe fare il gioco di chi considera la Festa della Liberazione una ricorrenza come tante, su cui dire la propria opinione a sproposito, su cui scrivere un dimenticabile post su Twitter o Facebook per raccattare qualche decina di like in una bolla social irrilevante, in modo da legare  sagacemente una giornata dal significato chiarissimo al commento dell'attualità a tutti i costi. 
Ma il 25 aprile non è nemmeno una ricorrenza: è un fatto, è storia, e non c'è bisogno di frasi altisonanti. 
Certo, è difficile parlare della Resistenza ai giovani d'oggi. E' qualcosa di vecchio, di antico per i nati nel nuovo millennio. Un film con le immagini sgranate e in bianco e nero. La soluzione più intelligente è lasciar parlare - almeno il 25 aprile - quelle donne e quegli uomini che, prima di trovare la morte, lasciarono un ultimo pensiero. Le lettere sono affilate e senza filtri. Scaraventano il passato nella nostra quotidianità con la forza e la nitidezza che solo la parola scritta può avere. Leggerle, e spendere così qualche minuto nel giorno della Liberazione, è una buona idea. 
"Quando sarai grande capirai meglio, ti chiedo una cosa sola: studia", scriveva Paola Garelli, partigiana, in una lettera alla figlia, poco prima di essere fucilata da un plotone fascista. Aveva 28 anni.
Buon 25 Aprile a tutti!
Il segretario Circolo PD PULSANO 
Avv. Giampiero LONGO
Le celebrazioni a Massafra

"Le lezioni della storia non vanno mai dimenticate e tra queste la Guerra di Liberazione rappresenta in assoluto la lectio magistralis che ci ha offerto gli strumenti etici, morali e culturali per resistere e rigettare ogni tentativo di deriva antidemocratica e per ripudiare per sempre ogni forma di totalitarismo e di guerra". Così il sindaco Fabrizio Quarto, questa mattina, nel corso del suo intervento pronunciato in occasione del 79° anniversario della Liberazione d'Italia, celebrato e organizzato dalla Civica Amministrazione.

Il corteo cittadino, dopo essersi formato in piazza Garibaldi presso la casa comunale ed aver attraversato Corso Italia, è giunto in piazza Vittorio Emanuele per la deposizione di una corona di alloro al "Monumento ai Caduti" da parte del sindaco Fabrizio Quarto, accompagnato dal comandante la Compagnia Carabinieri di Massafra, Maggiore Quintino Russo, dal comandante la Polizia Locale Mirko Tagliente, dal commissario superiore PL Michele Locorotondo e dal presidente della Sezione combattenti e Reduci Nunzio Maraglino.

Alla cerimonia hanno partecipato anche: il comandante della Stazione Carabinieri Luogotenente Leonardo Carucci, l'Associazione Carabinieri, l'Associazione Bersaglieri, l'ANPI, l'Associazione Combattenti e Reduci, l'Associazione Nazionale Vigilanza Aeronautica Militare, la Società Operaia, una rappresentanza dei volontari della Croce Rossa Italiana, del MASCI e del Gruppo Volontari Comunali di Protezione Civile, una delegazione dell'Istituto Comprensivo "S. G. Bosco" guidata dal dirigente Nicola Latorrata e una rappresentanza dell'I.I.S.S. "De Ruggieri", autorità civili, militari e religiose.

Il vicario foraneo, arciprete Giuseppe Ciaurro, ha impartito la benedizione alla corona d'alloro e si è soffermato sui "mali" della guerra e sul desiderio di pace.

Il nostro 25 Aprile  – ha affermato il sindaco Quarto – non può ignorare quello che accade intorno a noi e deve diventare strumento di diffusione della cultura della pace; non c'è vera libertà in un mondo infiammato dalle guerre in Ucraina, in Myanmar, in Terra Santa, in medio oriente. La liberazione non può essere pienamente raggiunta dai popoli senza la conquista della pace.

 Alla cerimonia è intervenuto il presidente della locale sezione dell'ANPI Giovanni Matichecchia, il quale ha toccato vari temi come le "guerre di religione e le occupazioni territoriali", la Carta Costituzionale, la corsa agli armamenti e i caduti per il lavoro. Invito la pubblica amministrazione – ha affermato il presidente Matichecchia – a farsi promotrice di una rete di forze democratiche custodi della Costituzione. Con le nostre forze non sposteremo di un millimetro la storia, ma la forza delle nostre idee e dei nostri valori non permetteranno una involuzione della storia.

E' nella ricorrenza della Festa della Liberazione – ha concluso il sindaco Quarto rivolgendosi ai ragazzi presenti – che la nostra Repubblica ha fondato e fonda le sue radici. E' nel superamento delle lacerazioni della guerra che si è forgiata la Carta Costituzionale Repubblicana che tiene unita la nostra nazione.

 

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