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Giochi del Mediterraneo

Vecchi alleati, nuova lite

Durissimo botta e risposta tra i gruppi consiliari dell’attuale maggioranza che a Palazzo di Città sostiene il sindaco Rinaldo Melucci ed i partiti di centrosinistra

Taranto verso i Giochi del 2026

Taranto verso i Giochi del 2026

Aspettando l’apertura dei cantieri, i Giochi del Mediterraneo fanno registrare nuove, aspre tensioni tra vecchi compagni di strada.

«Il 12 aprile scorso, con una lettera formale, il Presidente della Regione Puglia ha detto sì all’intesa col Governo sul piano delle opere dei Giochi del Mediterraneo. In questo modo è venuta meno la causa scatenante del conflitto aperto contro l’Amministrazione comunale di Taranto rea, secondo il governo regionale, di non aver difeso il ruolo della Regione nella governance dei Giochi. A questo punto - visto che la Puglia è ritornata a partecipare a pieno titolo alla organizzazione dei Giochi del Mediterraneo, riconoscendo indirettamente che non vi era stata da parte del Comune di Taranto una azione tesa a ridimensionare il suo ruolo nella gestione dell’importante manifestazione sportiva - è caduto miseramente uno degli argomenti con cui si era provato a giustificare il tentativo, per fortuna fallito, di scioglimento anticipato del Consiglio comunale di Taranto».

A parlare sono il vicesindaco di Taranto, Gianni Azzaro, ed i consiglieri comunali Fatbardha Bianca Boshnjaku, Michele De Martino e Valerio Papa, tutti ex esponenti del Partito Democratico, allontanatisi o allontanati dal Pd proprio per il loro sostegno alla giunta guidata da Rinaldo Melucci una volta consumata la rottura tra il sindaco ed i dem. «D’altra parte» continuano Azzaro, Boshnjaku, De Martino e Papa «proprio in questi giorni, la maggioranza del Comune si è ulteriormente rafforzata e, quindi, l’Istituzione cittadina rappresenta a maggior ragione un interlocutore dal quale non si può prescindere se si vogliono garantire la tempestiva realizzazione delle opere e il successo dei Giochi». Decisamente più duro nei toni è un successivo comunicato, firmato da “I Gruppi consiliari di maggioranza del Comune di Taranto”, in cui si legge che «la Giunta regionale solo nei giorni scorsi ha detto sì all’intesa col Governo sul piano delle opere da realizzare per i Giochi del Mediterraneo. Dopo aver ingaggiato un dilatorio e inconcludente scontro sulla governance della manifestazione sportiva, che ha contribuito non poco a determinare il ritardo nell’avvio delle opere, finalmente la Regione si è decisa ad esprimere il suo parere. Oggi, dovrebbe riconoscere di aver sbagliato, visto che nel merito i luoghi e le opere sono rimaste in gran parte gli stessi, ma dovrebbe riconoscere anche che è stata utilizzata strumentalmente - cosa estremamente grave - la questione della governance dei Giochi, come uno degli argomenti per chiedere niente di meno che lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale di Taranto.

Il Comune era stato attaccato proprio perché aveva cercato di accelerare l’iter degli adempimenti necessari, anteponendo gli interessi della Città ad ogni altro tipo di considerazione, come ha sempre fatto e sta continuando a fare su tutti i principali dossier amministrativi, portando avanti il programma “Ecosistema Taranto”. Per fortuna il tentativo di scioglimento anticipato - che oltretutto avrebbe pregiudicato la realizzazione stessa dell’importante manifestazione sportiva - è miseramente fallito ed oggi il Comune è nelle condizioni di svolgere pienamente il suo ruolo per garantire la tempestiva realizzazione delle opere e il successo dei Giochi, con tutto quello che questo comporta in termini di ricaduta positiva per l’economia e lo sviluppo del nostro territorio».

Ma ad essere “pesante” è anche la risposta di Pd, Con, Europa Verde, Una Strada diversa e Socialismo XXI agli ex alleati. «L’ultimo attacco alla Regione Puglia della maggioranza che sostiene il Sindaco Melucci è goffo, poco istituzionale e pieno di inesattezze» si legge in una nota congiunta. Anziché investire tempo ed energie nella soluzione dei tanti problemi che affliggono la città, a Palazzo di Città si preferisce continuare a giocare alla guerriglia con il livello istituzionale superiore, col quale bisognerebbe collaborare nell’interesse della comunità. Circa i Giochi del Mediterraneo, ci tocca ricordare che la Corte Costituzionale, solo poche settimane fa, ha restituito dignità al ruolo di cui la Regione Puglia è stata privata dall’accordo Fitto-Melucci. La Suprema Corte ha specificato che sono necessari gli atti d’intesa con la Regione stessa per poter procedere con i decreti interministeriali di stanziamento delle provviste finanziarie». Pd, Con, Europa Verde, Una Strada diversa e Socialismo XXI aggiungono che «oggi, dopo 19 mesi nulla è cambiato. Manca ancora la vidimazione della Corte dei Conti e l’erogazione del contributo che non è ancora in cassa e i progetti sono gli stessi di un anno e mezzo fa.

Su alcuni (stadio Iacovone, PalaRicciardi e palestra di Paolo VI, ad esempio) è stato fatto addirittura un passo indietro. Non si parla di tutto ciò che sta intorno a un evento di tale portata e lo rende possibile: logistica, ospitalità, viabilità, cerimoniale, sicurezza. Sindaco e maggioranza dovrebbero occuparsi di questi aspetti più che giocare alla guerra contro la Regione. Ci tocca ricordare anche che volevamo chiudere l’esperienza amministrativa non solo per il disastroso modo di gestire la governance sui Giochi del Mediterraneo, ma soprattutto perché Rinaldo Melucci ha tradito il patto elettorale che ha vinto le elezioni nel 2022, ha sovvertito la volontà popolare dei tarantini e ha cambiato radicalmente approccio sul programma. Avevamo ragione, basta osservare ciò che è accaduto dopo. Negli ultimi mesi Taranto è stata il palcoscenico di un film dell’orrore politico, in cui i protagonisti sono personaggi che cambiano idea nel giro di una notte, pur di garantirsi uno strapuntino di potere e il mantenimento delle indennità. La loro parola non vale nulla. Sono quelli che, dietro il paravento del “lo faccio con sofferenza per la città”, hanno l’unico obiettivo di garantire loro stessi, a costo di minare ogni credibilità della politica e delle Istituzioni.

La sofferenza non è certo la loro, che accettano con leggerezza assessorati e modificano le regole del gioco istituzionale per le loro aspirazioni personali. La sofferenza è della città, che avrebbe bisogno di una classe dirigente seria, appassionata e competente. Noi continueremo a impegnarci per il bene di Taranto e per darle amministratori di livello adeguato».

In precedenza, Mattia Giorno aveva invitato i componenti dell’attuale maggioranza a Palazzo di Città a «non perdersi in polemiche e di essere un po’ più razionali nell’affrontare il tema Giochi, ricordando che la sentenza della Corte Costituzionale non è stata una inutile perdita di tempo ma la necessità che venisse ristabilito il rispetto della Costituzione e dei cittadini italiani nella vicenda. La Regione ha risposto in pochissimo tempo, meno di una settimana di lavoro, segno che la volontà di realizzare i Giochi esiste ancora tutta ed è tangibile. Avessero chiesto con la stessa veemenza rispetto a Fitto su Ilva, Zes, Ferretti, ex Tct, soldi per la statale 100, o a Crosetto di rispettare il territorio e sbloccare la assunzioni in arsenale e non portare via il “Trieste” dalla base tarantina».

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