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Ambiente
18 Aprile 2024 - 07:38
Mar Piccolo scrigno di biodiversità
Nessuno potrebbe mai immaginare, senza immergersi nei suoi fondali, che il nostro Mar Piccolo sia un vero e proprio scrigno di biodiversità. In esso convivono oltre alle note cozze nere, meduse che possono arrivare a un metro di diametro, le più grandi del Mediterraneo, coloratissimi nudiblanchi autoctoni o alieni arrivati a noi dal lontano Mar Rosso o dall’Oceano Pacifico, organismi invertebrati come gasteropodi e spirografi, tappeti algali o di gusci di mitili che costituiscono un vero e proprio filtro antidispersione delle sostanze inquinanti.
Di tutto questo se n’è parlato lunedì pomeriggio nella sala conferenze della Banca di Taranto in occasione della proiezione del documentario “Il Mar Piccolo, the Lembeh Strait in Italy,” realizzato dal fotoreporter Francesco Pacienza. L’incontro è stato organizzato dall’Associazione “Circumarpiccolo luogo del cuore” nata 10 anni fa per aderire all’evento nazionale indetto dal (Fai) Fondo Ambiente italiano “I luoghi del cuore”. Si tratta di un’associazione molto attiva nella promozione di questa parte del territorio tarantino, ha spiegato in apertura il presidente Marco Ludovico, che ha al suo attivo una pagina Facebook seguita da 8500 persone, numerose attività nelle scuole e nelle piazze ma anche capace di far rete come nell’evento di lunedì che ha unito l’eccellenza della fotografia, della scienza e del lavoro sul nostro territorio. Magda Di Leo, Ricercatore Cnr - Istituto per la ricerca sulle acque, Taranto (più noto come museo Talassografico) è intervenuta non solamente per far conoscere ai cittadini lo stato emergenziale del Mar Piccolo a causa della della contaminazione, ma anche per far conoscere le bellezze presenti al suo interno.
In particolare il Mar Piccolo custodisce biodiversità che rappresenta il 9% della biodiversità del Mediterraneo. I presenti hanno potuto constatare con mano queste meraviglie vedendo il documentario interamente subacqueo di Francesco Pacienza, che mostra esseri viventi dai colori sgargianti e dalle forme particolari che solo immergendosi è possibile apprezzare. Nel guardare il documentario non sembrava neppure di essere in Italia. Il Mar piccolo come scrigno di biodiversità si può dire che è un fenomeno unico in Italia. Per trovare qualcosa di simile bisogna andare dall’altra parte del mondo, precisamente in Indonesia nello stretto di Lembeh che richiama le caratteristiche del nostro Mar Piccolo, lo ha spiegato lo stesso fotoreporter Pacienza, ove vi è una biodiversità provocata dall’uomo. Il naturalista e geografo inglese Alfred Russel Wallace stabilì le aree di biodiversità, senza immaginare che con l’interazione umana e il conseguente impatto antropico provocato dall’uomo in queste aree, si sarebbero creati dei nuovi equilibri.
Di questo è un esempio proprio il Mar Piccolo dove oggi si è creato un certo equilibrio: le spugne brasiliane, piuttosto che altri organismi tipici per esempio delle foreste di mangrovie, producono si danni nell’immediato ma questi poi vengono stabilizzati dagli organismi autoctoni. Una minaccia per l’ecosistema è invece la presenza di specie aliene come il granchio blu che preda anche i cavallucci marini o l’ostrica asiatica. Infine Luciano Carriero, Presidente dei Mitilicoltori, Confcommercio Taranto ha spiegato appassionato, come la cura dell’ecosistema marino stia ora particolarmente a cuore ai mitilicoltori di Taranto, di questi infatti già 24 cooperative hanno firmato, aderendovi, un disciplinare Slow Food che comporta l’uso di reti biodegradabili e di canapa, materiali innovativi che sono stati oggetto di test per due anni con un progetto che ha unito Slow Food e Comune di Taranto che lo ha finanziato. Il nostro compito è quello di proteggere e salvaguardare il sistema marino, ha detto Carriero, sottolineando come le cose possano cambiare se solo lo si vuole.
Ad oggi la cozza nera tarantina, presidio Slow Food è la più sicura perchè super analizzata, ogni dieci giorni i tecnici Asl e Arpa ne analizzano dei campioni, le acque del Mar Piccolo sono classificate doppia A, e per questo non occorre poi depurarla, è un prodotto a Km zero con garanzia di qualità.
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