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Il Siderurgico
23 Marzo 2024 - 05:57
L'ex Ilva
Per l’ex Ilva «sono necessarie più risorse». Ne è convinto il segretario generale della Fiom, Michele De Palma. Il leader nazionale dei metalmeccanici della Cgil ha parlarto del Siderurgico intervenendo a Bari all’attivo dei quadri delle delegate e dei delegati della Fiom regionale sul tema “Vertenze e realtà dell’industria metalmeccanica della Puglia”. E la vicenda Ilva «è la vertenza delle vertenze», ha voluto sottolineare De Palma.
Michele De Palma
«Lunedì è stato convocato un tavolo alla presidenza del consiglio dei ministri e noi andremo a dire che è necessario mettere a disposizione ulteriori risorse per poter garantire il consolidamento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori e sicurezza degli impianti oltre al rilancio della produzione», ha spiegato il sindacalista. «Si sono insediati i commissari ma ora - ha aggiunto - è giunto il momento di passare dalla programmazione alla realizzazione. Poi è necessario garantire il rientro di tutti i lavoratori. Non può succedere che gli errori fatti dal management in un’azienda che è stata salvata dai lavoratori e dal sindacato ci ritroviamo ad ascoltare ipotesi di soluzioni come piccola Ilva o riduzione dell’occupazione». De Palma ha quindi ribadito l’esigenza di un «rilancio dentro una concezione nuova: noi abbiamo bisogno davvero di fare la transizione industriale verso produzioni che sano ecologicamente compatibili perchè non scambiamo la salute e la sicurezza delle persone con il diritto al lavoro. Le due cose devono stare insieme».
In un’articolo del settimanale L’Espresso, la cifra necessaria per lo stabilimento è quantificata in cinque miliardi «per tornare a produrre a pieno regime», si legge. «In cassa non c’è più un centesimo e l’industria attende il via libera della Commissione europea per consentire al governo di fornire quei 320 milioni di euro di risorse economiche (altri 120 milioni di euro potrebbero venire dall’Ilva in amministrazione straordinaria), utili a riaccendere al minimo l’attività produttiva» scrive Gloria Riva. Le incertezze che caratterizzano, ancora, l’ex Ilva, fanno «restare alla finestra i pretendenti»: L’Espresso cita «l’ucraina Metinvest, che in questi anni ha fornito parte della materia prima e acquistato bramme, ma anche gli indiani di Vulcan Steel e il cavaliere Giovanni Arvedi, che non escludono collaborazioni reciproche a geometrie variabili pur di avere un proprio spazio su Taranto, una volta che il passato sarà, davvero, passato».
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