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L'intervista

«Melucci ha tradito la città. Ecco perché»

Mattia Giorno, già assessore nella giunta di Rinaldo Melucci, è certo di una intesa tra sindaco e centrodestra

Mattia Giorno

Mattia Giorno

Il sindaco ha appena annunciato una querela contro un non meglio specificato parlamentare del Pd. Come giudica questo atto di Melucci?
La querela ci stupisce. Non crediamo nella politica fatta nelle aule dei tribunali, esistono comunque le guarentigie parlamentari che sono una garanzia per la nostra democrazia. Mi auguro che dietro queste azioni non ci sia il tentativo di indurre le opposizioni a tacere. Sarebbe, eventualmente, una deriva antidemocratica. Sappiano comunque che non arretreremo di un centimetro, continueremo a svolgere la nostra azione di controllo e di monitoraggio.

Quanto può essere credibile l’opposizione del Pd a Melucci dopo aver governato insieme per sei anni?
Non è possibile cancellare anni di buon lavoro svolto. Il punto di rottura è stato il cambio di maggioranza, con gli attacchi nei nostri confronti lanciati dal palco di Renzi. Oggi siamo di fronte ad un quadro in cui il perimetro politico è inesistente, non c’è un progetto di città, c’è assenza di visione e per di più rileviamo la complicità del centrodestra in questo nuovo assetto.

In cosa rileva la complicità del centrodestra?
La rileviamo nei voti in più che la lista di Melucci ha conseguito alle elezioni provinciali, nel voto favorevole di Forza Italia sul bilancio della Provincia e nelle dichiarazioni di sostanziale disponibilità arrivate sempre da Forza Italia. La definizione della nuova maggioranza alla Provincia smaschererà l’accordo nato col voto sul bilancio dell’ente. Aggiungiamoci il silenzio di alcuni esponenti di centrodestra al Comune sulle vicenda dello stipendio del capo di gabinetto. Questa nuova configurazione che si va delineando è il tradimento di Melucci verso la città e il suo elettorato.

Il solco tra Pd e Melucci si è aperto al congresso del partito?
Il punto di rottura col Pd lo si è avuto quando Melucci ha perso il congresso, come se la politica si esaurisse ad essere protagonisti unici delle dinamiche di un partito. Da quel momento si è chiuso in Provincia, rompendo anche rapporti umani con i suoi stessi collaboratori. Allora, come oggi, non abbiamo ascoltato una sola parola sulla città.

E il suo rapporto con Melucci?
Tra me e lui ci sono state sempre meno convergenze su questioni tecniche. Poi è nata la vicenda dei Giochi del Mediterraneo, quando, fallito il project financing, gli dissi che non era realizzabile uno stadio con soli 25 milioni, come in effetti si è verificato. Bisognava avere un nuovo approccio alla questione. Gli suggerii anche di non fare una conferenza stampa sul progetto dello stadio da 25 milioni, perché quel progetto non era convincente sotto diversi aspetti. Via via è venuto meno il rapporto umano, poi come sapete sono mutate anche le condizioni politiche e quindi ho preferito rinunciare all’incarico di assessore che mi aveva proposto.

Come valuta nel complesso l’operato dell’amministrazione guidata da Rinaldo Melucci?
Il primo mandato era cominciato in sordina, poi le cose sono migliorate grazie all’entusiasmo e al lavoro di ciascuno di noi, c’era davvero una visione di rinascita della città. Il secondo mandato si commenta da solo. Non sono ingrato né riconoscente, ma in questa analisi sono oggettivo, razionale e non sono suddito.

Quali sono a suo avviso gli errori più gravi commessi dal sindaco?
Credo che Melucci abbia commesso due errori fondamentali: aver sbagliato l’approccio nei toni e nell’idea di sentirsi al di sopra della politica, delle istituzioni, dei cittadini. L’altro errore è stato quello di essersi consegnato al centrodestra per il tramite del ministro Fitto, rendendo il centrodestra complice di questo scenario.

Oggi sembra che la voce del Comune sia scomparsa dalla grande vertenza Ilva. Come lo spiega?
Nella più grave vertenza d’Europa, il sindaco dovrebbe essere al fianco dei lavoratori e contro il ministro Fitto per come questi ha gestito il dossier e per il silenzio della presidente Meloni, del tutto assente rispetto al dossier. È evidente invece che non vuole andargli contro. Anche questo rappresenta un grave tradimento politico nei confronti della città e questo è l’ennesimo elemento di complicità del centrodestra.

Altro tema spinoso: il Comparto 32. Come valuta l’approccio dell’amministrazione comunale su questa vicenda?
Abbiamo appreso di una riunione sul Pug della quale i consiglieri dell’opposizione non erano stati informati. Trattare questi temi nelle stanze segrete è sintomo di un grave problema di rapporto con la città. Alla sentenza del Tar (accolto il ricorso della società che ha presentato il progetto per costruire nuove strutture commerciali, ndr) sono seguiti roboanti annunci ai quali però non ci risulta che sia stato dato seguito con il lavoro negli uffici. Eppure vogliamo tendere la mano alla maggioranza, siamo pronti a dare suggerimenti in una prospettiva di scelte condivise per porre fine una volta per tutte alla vicenda del Comparto 32.

Parliamo dei Giochi del Mediterraneo. Anche in questo caso l’azione del Comune sembra aver perso incisività.
I Giochi del Mediterraneo sono stati la madre delle crisi. Sono preoccupato per i tempi e per la realizzazione degli interventi. Il comitato organizzatore non discute pubblicamente di tutti gli aspetti organizzativi, penso al cerimoniale, alla sicurezza, alle relazioni internazionali. Mi sembra che su molti aspetti ci siano situazioni poco chiare. Ad esempio, ho letto che saranno utilizzate due navi da crociera per l’ospitalità degli atleti: una a Taranto e l’altra a Brindisi. Siamo passati dall’idea del villaggio di Castellaneta Marina alle navi da crociera. Mi sembra che non ci sia un’idea chiara sulla ospitalità. A meno di non pensare che la nave da crociera a Brindisi non sia il tentativo di spostare gran parte delle gare nel Salento, lasciando a Taranto solo semifinali e finali. Sarebbe uno scippo alla città e di questo il sindaco e il Comune avrebbero la responsabilità esclusiva.

In città si percepisce una caduta netta di consenso verso Melucci. A suo avviso ci sono condizioni e suoi collaboratori in grado di lavorare per una ricucitura?
Oggi Melucci mi sembra arroccato nel suo spazio di potere in una dimensione lontana dalla città. Non vedo nessuno dei suoi collaboratori all’altezza del compito di ricucitura con la città. Mi sembrano più intenti a scrivere editoriali e più attenti ai loro emolumenti.

Dopo essere passati all’opposizione che ruolo possono svolgere il presidente Emiliano e il Pd?
Il presidente Emiliano continua a dimostrare attenzione per Taranto, anche sui Giochi del Mediterraneo, come emerge dalla sconfitta del governo sulla sentenza della Corte Costituzionale. Il Pd dovrà risorgere dalle sue ceneri.

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