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L'editoriale

Jorit, il sangue dei bambini e la libertà

Il caso dello street artist napoletano noto a Taranto per aver dipinto su un palazzone popolare del Tramontone

Il murales di Jorit

Il murales di Jorit

Dall’inizio della guerra in Ucraina sono morti circa 600 bambini e altri sette milioni e mezzo sono a rischio grave di danni fisici, disagi emotivi e sradicamenti. Traumi che rischiano di restare indelebili per l’intera vita, ammesso che si riesca a scampare ai bombardamenti. Sono una parte delle cifre dell’orrore, dichiarate da “Save the children”, prodotte dall’invasione ordinata da Putin.

Quello stesso Putin per il quale non nasconde ammirazione il trentatreenne Ciro Cerullo, più conosciuto come Jorit, street artist napoletano noto a Taranto per aver dipinto su un palazzone popolare del Tramontone il volto di Giorgio Di Ponzio, morto per un tumore a soli quindici anni. Ecco, sarebbe bellissimo se ora Jorit – così sensibile ai drammi dell’infanzia stuprata - dipingesse in assoluta libertà su uno dei tanti grigi palazzoni delle periferie dell’ex Unione Sovietica il ritratto, simbolico, di uno delle centinaia di bambini ucraini uccisi dalle bombe russe. Una simile e libera espressione artistica, non censurata, sarebbe una magnifica dimostrazione del fatto che Jorit abbia perfettamente ragione nell’affermare che «in Italia si dicono tante cose strane» su Putin e che «la propaganda» su di lui «non è vera».

E finalmente, sgomberati i pregiudizi, potremmo scoprire che Navalny è una invenzione della propaganda occidentale, che lo stesso Jorit non si è fatto strumento di propaganda putiniana e che Putin è uno statista di genuini sentimenti liberali e democratici e di grande sensibilità culturale, tanto da portarlo ad affermare che Italia e Russia sono legati dall’amore per l’arte e dal «desiderio di libertà». Che bella dimostrazione di verità e di libera espressione artistica sarebbe, quindi, vedere in Russia un anonimo palazzone affrescato con il volto di un bimbo ucraino. Con quelle cicatrici che sono la cifra stilistica di Jorit. Per non rassegnarci all’idea che, per un artista come lui, il valore della vita dei bambini cambi a seconda che si tratti di Taranto o di Odessa: per i nostri figli i murales per cavalcare il dolore, per i figli degli ucraini il selfie con Putin per onorare lo zar.

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