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Il fatto

Colpo di scena: ArcelorMittal apre al governo Meloni: «Pronti a qualunque soluzione amichevole»

Lettera inviata alla Premier e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano

Aditya Mittal

Aditya Mittal

ArcelorMittal apre timidamente la porta ad una nuova trattativa con il Governo Meloni per tentare di non perdere gli investimenti sostenuti dal loro arrivo alla guida dell’ex Ilva.

«Nonostante la differenza nelle nostre posizioni – scrive Aditya Mittal, amministratore delegato di ArcelorMittal, nella lettera inviata alla premier Giorgia Meloni e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano – siamo desiderosi di trovare una soluzione amichevole per proteggere l'attività di AdI e preservare gli investimenti che abbiamo effettuato nello stabilimento ex-llva dal 2018».

La lettera, di cui si è appreso oggi il contenuto, è stata inviata due giorni fa.

"Abbiamo preso comunque atto della decisione del governo e quindi, al fine di assicurare un clean break, abbiamo offerto di cedere la nostra intera partecipazione a Invitalia, per un prezzo che riflette solo una frazione del nostro investimento per cassa. Sebbene Invitalia l'abbia rifiutata, tale offerta rimane sul tavolo nel caso in cui il Governo desiderasse riconsiderarla".

Ma, nella lettera si cerca di andare oltre le posizioni già acquisite negli ultimi giorni e si offre uno spiraglio che consenta ad ArcelorMittal di restare nella compagine che guida il siderurgico, almeno nell’immediato: Se il Governo desidera che «ArcelorMittal non esca subito, anche questo può essere realizzato. Siamo disponibili a rimanere come partner strategico di minoranza che fornisca esperienza tecnica e industriale per la joint venture con lnvitalia mentre il Governo decide una soluzione permanente per questo asset strategico di interesse nazionale».

ArcelorMittal conferma: "Accettiamo di essere diluiti al rango di azionisti di minoranza (e perdere il controllo congiunto e qualunque potere di veto o casting vote, ovvero voto decisivo) attraverso la conversione dei finanziamenti soci e un'iniezione di capitale da parte di Invitalia e, ciononostante, al fine di eliminare ex ante qualunque preoccupazione in materia di aiuti di stato, AM è altresì disponibile a contribuire in AdI Holding esattamente un terzo del contributo pubblico finalizzato all'acquisto dei rami».

«Confermo che siamo disponibili – prosegue l'Ad - a vendere la nostra partecipazione azionaria a un investitore che il governo dovesse indicare a un prezzo almeno pari a tale nostro ultimo contributo. Confidiamo che questa lettera convinca il governo che azioni unilaterali ed estreme sono sia indesiderabili sia superflue, alla luce della proposta concreta e specifica che abbiamo presentato. E restiamo in attesa di essere contattati dall'ufficio del presidente Meloni o dai suoi rappresentanti sui prossimi passi».

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