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Il fatto
17 Gennaio 2024 - 07:09
Blitz della Finanza
Al via gli interrogatori, presso Tribunale di Lecce, di quattordici dei ventisei arrestati nel blitz su mafia e politica a Statte. Stamattina compariranno dinanzi al gip il sindaco Francesco Andrioli, difeso dall’avvocato Nicola Marseglia, il dirigente dell’Amiu, Rocco Lucio Scalera, assistito dall’avvocato Fausto Soggia, Giulio Modeo, Davide e William Sudoso, Gianpiero Vinzi, Antonio Pace, Fabiana Notaristefano e Cosimo Lomartire, difesi dall’avvocato Andrea Silvestre, Antonio Nannavecchia e Pietro Lanza, assistiti dall’avvocato Nicola Cervellera, Marianna, Francesco e Giorgio Simeone, difesi dall’avvocato Giuseppe D’Ippolito.
Com’è noto sono state le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto ad eseguire i provvedimenti emssi dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia salentina. La Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro anche beni di ingiustificata provenienza riconducibili ad alcuni indagati del valore di circa 6,4 milioni di euro, tra i quali appartamenti, locali commerciali e box, nonché quote societarie e compendi aziendali di imprese, con sedi a Taranto e in provincia, attive nei settori della ristorazione e del commercio di automobili e di frutta e verdura. Gli arrestati sono gravemente indiziati, a vario titolo, delle ipotesi di reato di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, estorsione e detenzione illegale di armi.
Nell’inchiesta spicca il nome di Giulio Modeo, figlio di Antonio, noto come “Messicano”. Al centro delle indagini, secondo le Fiamme Gialle e la Procura antimafia, figura Davide Sudoso, sospettato di guidare un’associazione dedita allo spaccio di droga. Parallelamente, Giuseppe Palumbo, difeso dagli avvocati Salvatore a Andrea Maggio, viene indicato come presunto fornitore delle sostanze stupefacenti destinate alla rete criminale. Nel corso delle indagini è emerso anche che alcuni degli indagati, tra il 2020 e il 2021, avrebbero fatto parte di una organizzazione di tipo mafioso, accusata di detenzione di armi e di intestazione fittizia di beni a “prestanome”. Il gruppo risponderebbe, inoltre, di estorsioni, di spedizioni punitive e attentati incendiari. Nel novembre e dicembre del 2021 il Nucleo Pef Taranto ha sottoposto a sequestro a carico di alcuni indagati ingenti quantità di hashish e cocaina, somme in contanti per oltre 50mila euro e diversi orologi Rolex di notevole valore.
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