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L'intervento

«Attacco senza precedenti nella storia della Repubblica. Saremo nelle piazze pugliesi»

La protesta del Partito democratico regionale contro l'Autonomia Differenziata che arriva oggi in Senato

Domenico De Santis

Domenico De Santis

"Una e indivisibile e non può essere altrimenti se vogliamo continuare a essere una Repubblica che ha scelto la democrazia parlamentare come regime costituzionale. Una e indivisibile. Perché la Repubblica garantisce l’uguaglianza dei diritti su tutto il territorio nazionale secondo i due principi costituzionali cardine: solidarietà e uguaglianza. Da anni, invece, questi principi vengono messi in discussione e attaccati da forze politiche, sociali ed economiche che hanno interesse a dividere, privatizzare ed escludere, con l’obiettivo di accrescere i profitti".
Così il segretario del Pd Puglia, Domenico De Santis e la vicesegretaria Lucia Parchitelli.
 
"Oggi, martedì 16 gennaio - proseguono -, prende il via la discussione in Senato sul progetto di Autonomia Differenziata, più conosciuto come ddl Calderoli, che mette in contrapposizione il progetto di regionalismo solidale indicato dalla Carta costituzionale con il regionalismo competitivo dai possibili effetti pericolosi.
Siamo dinanzi a un attacco senza precedenti nella storia della Repubblica, che non spacca solo il Paese ma la Costituzione. Per questo, come Partito Democratico, ci assumiamo la responsabilità e il dovere di fermare questo progetto, attraverso l’impegno e la mobilitazione dei cittadini, tenuti spesso all’oscuro di quanto il Governo di destra vuole mettere in atto. 
Per questo, oggi, noi uomini e donne del PD Puglia saremo nelle piazze pugliesi, nei presidi allestiti contro la riforma Calderoli, solidali con i tanti Sindaci che sostengono da tempo questa battaglia, ma saremo anche in Parlamento con i nostri Deputati pronti a respingere un ddl eversivo.
La nostra priorità, ora, come Partito, è fermare il progetto di Autonomia Differenziata che avrebbe un impatto devastante su tutto il Paese. Le ineguaglianze, già costantemente in crescita, aumenterebbero ulteriormente lasciandoci una Italia sempre più egoista e diseguale".
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