«Da un po' di tempo niente visite mediche di routine ai detenuti ma solo emergenze poiché non ci sarebbero più medici, per cui il dirigente sanitario, che è rimasto solo, sarebbe costretto a fare di tutto e di più». È quanto denuncia il segretario regionale del Sappe, Federico Pilagatti, a proposito della situazione del carcere di Taranto.
«Eppure il Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria - afferma Pilagatti - da tempo denuncia una situazione di grande affanno per non dire peggio nell'assistenza sanitaria ai detenuti presenti nel carcere di Taranto , con i detenuti psichiatrici abbandonati a se stessi, malati cronici con carenza di assistenza che, generano situazioni di protesta da parte dei ristretti che diventano sempre più preoccupanti. Abbiamo notizia che nei giorni scorsi il carcere, per alcune ore, è rimasto senza nessun medico poiché il dirigente sanitario era impegnato in una riunione all'ASL, mentre i poliziotti dovevano far fronte alle pressanti lamentele dei detenuti che chiedevano di essere visitati da un sanitario».
«A questo punto ci chiediamo cosa deve accadere ancora affinché l'ASL adotti provvedimenti urgenti adeguati a tamponare la situazione? Non sanno i dirigenti che comandano la sanità tarantina che presto potrebbero scoppiare disordini con i detenuti che potrebbero mettere a ferro e fuoco il carcere se l'emergenza persiste? Non sa il Dirigente generale dell'ASL che l'interruzione del servizio di assistenza ai detenuti è punito da leggi dello Stato?».
Pilagatti ricorda «che ci troviamo di fronte a 900 detenuti (sovraffollamento di più dell'80% della capienza regolamentare) di cui tantissimi affetti da patologie importanti tra cui psichiatrici, tossicodipendenti, patologie croniche, cardiache eccetera».
«Ci si è mai chiesto - domanda ancora il segretario del Sappe - come mai nel 2023 ci sono stati parecchi detenuti defunti per "cause naturali"? Sicuramente la mancanza di medici è un problema generale, ma riteniamo inaccettabile che l'ASL di Taranto non metta in campo iniziative straordinarie per tamponare il fenomeno. Peraltro ci è stato riferito che in alcuni casi l'ASL recluterebbe medici senza esperienza pagandoli 80/100 euro l'ora, mentre ci sarebbero altri medici che verrebbero impiegati in misura molto ridotta nonostante una grande esperienza in medicina penitenziaria (maturata in tanto anni di lavoro presso la struttura carceraria) che verrebbero pagati circa 25 euro l'ora. Inoltre sembrerebbe che i medici utilizzati solo per i turni notturni sarebbero disposti anche a lavorare di più delle 20 ore concesse, senza che l'ASL, nonostante l'emergenza, dia risposte».
Il Sappe chiede l'intervento del prefetto, «poiché la situazione ogni giorno che passa diventa sempre più incandescente all'interno del carcere, per cui è necessario che ognuno per la propria parte di competenza si assuma le proprie responsabilità, al fine di evitare situazioni pericolose che potrebbero creare seri problemi non solo all'interno del penitenziario, ma a tutto il territorio».
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