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Viaggio nella crisi amministrativa, il rebus della nuova giunta

L'obiettivo è rimettere insieme i cocci della nuova maggioranza

Il Palazzo di Città di Taranto

Il Palazzo di Città di Taranto

Non sarà semplice per Rinaldo Melucci rimettere insieme i cocci della nuova maggioranza uscita dall’esito della votazione sul bilancio. Ci sono quattro partiti della coalizione originaria che sono passati ufficialmente all’opposizione: Partito Democratico, Movimento Cinquestelle, Con, Verdi.

Bisogna quindi rimescolare le carte alla luce della nuova geografia del consiglio comunale. Uno dei principali problemi da risolvere è quello di trovare una modalità di collocazione di quegli assessori uscenti che però ora sono rimasti orfani dei rispettivi partiti di rfierimento. Gli occhi sono puntati soprattutto su chi finora è stato espressione del Pd: Gianni Azzaro, vicesindaco fino all’azzeramento di qualche giorno fa, Francesca Viggiano, Mattia Giorno. Dei tre probabilmente Viggiano - che già nelle scorse settimane era stata revocata per poi essere reintegrata - è la maggiore indiziata a non rientrare nell’esecutivo, anche per il ruolo di vertice che ha nel Pd. La riconferma di Azzaro e Giorno dipenderà dalla possibilità di trovare nuovi riferimenti in consiglio comunale, sempre ammesso che non si dichiarino in linea con la posizione ufficiale del partito chiamandosi fuori da ogni eventuale incarico di giunta.

Problematica anche la posizione di Fabiano Marti, assessore in quota verde, ora che i Verdi sono passati all’opposizione. Anche Fabrizio Manzulli non ha più ombrelli di copertura in consiglio comunale. La soluzione, se non per tutti almeno per alcuni di loro, potrebbe essere quella di trovare una collocazione politica in linea con la nuova maggioranza o di essere chiamati in giunta come tecnici in quota al sindaco. Ma gli spazi non sono molti: Italia Viva di fatto è in maggioranza e appare difficile che non riceva gratificazione con qualche posto in giunta o nelle municipalizzate. Il puzzle comunque è difficile da comporre. Molte, forse troppe, le variabili di cui tener conto.

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