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Il fatto

Sotto sequestro l'area di Torre Blandamura

La soddisfazione delle associazioni ambientaliste

Il sequestro dell'area di Torre Blandamura

Il sequestro dell'area di Torre Blandamura

«L'area di Torre Blandamura, ancora miracolosamente intatta, costituita da pinete di pino d'Aleppo e da macchia mediterranea protette da leggi nazionali e comunitarie, rischia di scomparire in quanto su questo territorio, nonostante la pluralità dei vincoli, si andava realizzando un porticciolo turistico, con annesse infrastrutture a terra. La sua realizzazione comporterebbe la distruzione di tutta la vegetazione naturale e la cementificazione della scogliera. Sono già purtroppo state realizzate le prime opere infrastrutturali con strade, svellimenti della Macchia mediterranea e alterazione della scogliera. Oltre che alla distruzione degli ambienti naturali, stiamo assistendo all'ennesima privatizzazione degli ultimi lembi di costa».

E' quanto scrive Vito Crisanti a nome del Comitato per il Parco Regionale del Mar Piccolo.

L'area di Torre Blandamura

L'area di Torre Blandamura

«Per bloccare questo ennesimo scempio ai danno del nostro ambiente - si legge nella nota -, il Comitato per il Parco Regionale del Mar Piccolo con il supporto delle Associazioni di volontariato di Taranto (LIPU, Gruppo Taranto, WWF, Italia Nostra, Mare per sempre, Terre del Mediterraneo, Giustizia per Taranto, Legambiente) presentò in data settembre 2022 un esposto contro ignoti al Corpo Forestale dello Stato/Carabinieri. Analoga iniziativa fu presa dal comitato spontaneo degli abitanti della zona.

Nei giorni scorsi il cantiere è stato posto sotto Sequestro Penale Preventivo ai sensi dell’Art. 321 del C.P.P. in esecuzione al Decreto emesso in data 4.12. 2023 dal GIP presso il Tribunale di Taranto dott.ssa Fulvia Misserini.

Siamo molto soddisfatti per l’importante iniziativa della Magistratura, che si spera costituisca un monito per privati ed Enti che traguardano ancora a modelli di sviluppo obsoleti e distruttivi del patrimonio ambientale e delle nostra identità culturali».

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